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Il Jobs Act degli sprechi: il governo assume centoventi esperti di "coesione territoriale"

Via al concorso per nuovi funzionari. Costo: 5,5 milioni l'anno in stipendi

Il Jobs Act degli sprechi: il governo assume centoventi esperti di "coesione territoriale"

Per spendere meglio i fondi Ue ci vogliono altri centoventi dipendenti pubblici, «esperti di politiche di coesione» da assumere a Palazzo Chigi e «nei ministeri impegnati nella gestione dei fondi strutturali Ue». Non bastano gli uffici regionali, le autorità di gestione, il Dipartimento per la coesione economica con il suo lungo elenco di funzionari e dirigenti. No, per spendere veramente bene i soldi che ci arrivano da Bruxelles (molti meno di quelli che a Bruxelles arrivano dall'Italia) servono, e con grande urgenza, questi 120 esperti «altamente qualificati per rafforzare le strutture della presidenza del Consiglio dei ministri, dei ministeri e dell'Agenzia per la coesione territoriale preposte a funzione di coordinamento, gestione, monitoraggio e controllo degli interventi cofinanziati dai fondi strutturali europei». Assunzioni così divise: 84 funzionari amministrativo-contabili, 19 funzionari tecnici, 17 funzionari statistico-informatici.

«Si tratta di un intervento strutturale che rafforza nelle amministrazioni statali la dotazione di risorse umane specializzate nelle attività di programmazione, progettazione, attuazione, valutazione e rendicontazione degli interventi cofinanziati con i fondi europei» esulta la nota di Palazzo Chigi che dà conto del bando, che si chiuderà in tempi brevi, il 15 aprile, dunque non c'è tempo da perdere. L'infornata di nuovi funzionari pubblici - a proposito di spending review e dei tagli governativi lamentati dai Comuni - è un regalino ereditato dal governo Letta, ma di cui il governo Renzi va assolutamente fiero: «È un'operazione di grande significato - si legge ancora nella comunicazione di Palazzo Chigi -. Il governo italiano attua l'indirizzo della Commissione europea di rafforzare stabilmente nel nostro Paese la capacità di gestione dei fondi strutturali europei. Per la prima volta, si usano le risorse europee non per tamponare emergenze con personale esterno per assistenza tecnica, ma per assunzioni a tempo indeterminato». Cioè non si usano più soldi pubblici per ingaggiare consulenti sui fondi Ue, bensì per assumere dipendenti a tempo determinato per i fondi Ue. Evviva. Il costo previsto è di 5,5 milioni di euro l'anno, 39 milioni nei sette anni su cui si spalmano i programmi operativi dei fondi europei.

Tutto è previsto in un decreto del febbraio 2014, firmato dall'allora ministro della Coesione territoriale Carlo Trigilia, uno dei desaparecidos del governo Letta. Una ventina dei nuovi funzionari andranno a rafforzare l'organico di palazzo Chigi, come se ce ne fosse bisogno. Il dossier sui dipendenti di Palazzo Chigi è uno di quelli che ha fatto più spavento al (non) compianto Carlo Cottarelli, l'ex commissario per il taglio dei costi pubblici, tagliato lui e rispedito negli Usa. In servizio presso il palazzo del governo italiano ci sono la bellezza di 3.899 persone (a Downing Street, sede del governo britannico, ce ne sono un terzo, 1.300). Tra di loro, 253 superpagati dirigenti, che ogni anno incassano il premio produttività. All'attenzione di Cottarelli sono finite anche le voci spesa di Palazzo Chigi, come i 20mila euro per «contratti di fornitura di acqua minerale», i 1.905 euro per «liquidi e saponi per lavastoviglie» del 2013, i 2.181 per il «noleggio lenzuola», o i 25.730 euro per il «lavaggio tende».

E chissà quanta acqua minerale in più ci vorrà per dissetare questi preparatissimi nuovi 120 funzionari esperti di coesione territoriale. Oltre a quelli da piazzare a Palazzo Chigi, ce ne sono - prevede sempre il decreto - una trentina da spedire tra ministero dell'Economia, Ragioneria generale dello Stato, e poi altri 20 per dare una mano a quelli dell'Agenzia per la coesione territoriale, costituita per legge nel 2013. Si vede che non bastava il Dipartimento per la coesione territoriale, con tutto il suo organico.

A cui aggiungere, a breve, i 120 superesperti che aiuteranno a spendere meglio i fondi pubblici.

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