Politica

Il judoka iraniano e quel no a Teheran «A casa non torno»

Mollaei rifiuta di ritirarsi dai Mondiali. E resta in Germania

Chiara Clausi

Beirut Doveva ritirarsi dai Mondiali di judo in Giappone per evitare anche solo di incrociare il rivale israeliano. Ma ha disobbedito agli ordini di Teheran e ha combattuto fino in semifinale. E alla fine ha perso. Ora il campione iraniano Saeid Mollaei confessa di «aver paura di tornare a casa» e chiede la protezione della federazione mondiale di judo. A Mollaei è stato detto di ritirarsi dall'incontro contro il campione olimpico russo Khasan Khalmurzaev per evitare solo la prospettiva di affrontare l'israeliano Sagi Muki. «Avrei potuto essere campione. Mi sono allenato duramente. Ma il Comitato olimpico nazionale dell'Iran e il ministro dello Sport mi ha imposto di ritirarmi e rispettare la legge». Agli atleti iraniani è vietato competere in qualsiasi sport contro Israele.

«Sono un combattente. Voglio competere dove posso. Vivo in un Paese la cui legge non me lo consente. Non abbiamo scelta - ha continuato Mollaei - Anche se le autorità mi hanno detto che posso tornare senza problemi - ha ammesso -: ho paura di ciò che potrebbe accadere alla mia famiglia e a me stesso». Mollaei alla fine è stato eliminato nelle semifinali della classe maschile degli 81 kg dal belga Matthias Casse. Da allora ha lasciato la competizione ed è in Germania. «Non mi trasferirò qui. Non ho chiesto asilo e non sono un rifugiato. Possiedo solo un appartamento».

Ma il problema delle limitazioni imposte dall'Iran alle competizione sportive parte da lontano. Già in passato ha proibito ai suoi atleti di competere contro gli israeliani. E questo comincia a creare problemi: il capo della Federazione internazionale di judo, Marius Vizer, come reazione avrebbe minacciato di impedire all'Iran di partecipare alle Olimpiadi, in qualsiasi sport, se Mollaei si fosse rifiutato di affrontare Muki. A maggio, dopo che Vizer ha scritto al capo della federazione iraniana di judo per protestare contro la pratica, l'organismo internazionale ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con l'Iran per porre fine al boicottaggio. Ma il capo del comitato olimpico, su pressione del governo, ha negato l'intesa.

Mollaei era il numero uno al mondo fino a quando Muki non ha vinto l'oro mercoledì. È stato accusato di falsi infortuni e di aver perso intenzionalmente combattimenti in passato per evitare di affrontare gli israeliani. Ma l'ex campione del mondo non rappresenterà più l'Iran nelle competizioni internazionali o alle Olimpiadi. «Adoro l'Iran, ma vincere una medaglia è la cosa più importante per me - ha detto Mollaei al canale televisivo iraniano con base a Londra in un'intervista trasmessa domenica. Il suo è l'ultimo caso di una «guerra dello sport» che vede l'Iran impedire ai suoi migliori atleti di competere con gli israeliani.

Un altro aspetto di una sfida combattuta con tutti i mezzi.

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