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Kim apre la Corea a McDonald's

La strada verso il summit tra il presidente americano, Donald Trump e Kim, il 12 giugno a Singapore, è ancora irta di ostacoli. Ma tra le potenziali concessioni che Kim potrebbe dare al presidente c'è lo sbarco a Pyongyang della famosa catena

Kim apre la Corea a McDonald's

Per ora è solo una nota a piè di pagina in un rapporto dell'intelligence americana, ma la notizia è più che succosa: il leader nordcoreano Kim Jong-un potrebbe consentire l'ingresso in Corea del Nord di una catena di hamburger occidentali, nientemeno che McDonald's. La strada verso il summit tra il presidente americano, Donald Trump e Kim, il 12 giugno a Singapore, è ancora irta di ostacoli, soprattutto per la volontà di Pyongyang di non rinunciare alla sue ambizioni nucleari. Ma tra le potenziali concessioni che Kim potrebbe dare al presidente - per inciso notoriamente appassionato di hamburger - c'è proprio lo sbarco a Pyongyang della famosa catena. Citando il documento dell'intelligence americana, è stata l'emittente americana Nbc a sostenere per prima che Kim potrebbe permettere «il franchising di un hamburger occidentale» nel Paese.

Intanto l'Ican, la campagna internazionale per il bando alle armi nucleari, vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2017, si è offerta di pagare tutti i costi dello storico vertice tra il presidente Usa, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jon-un. L'organizzazione vuole sostenere le spese dell'intero vertice, compreso il soggiorno del giovane dittatore nel lussuoso hotel a cinque stelle (6 mila dollari a notte), che si ritiene sia l'opzione su cui ricadrà la scelta della delegazione nordocoreana in trasferta a Singapore, il 12 giugno. E dove trovano i soldi? L'organizzazione intende utilizzare parte del milione di dollari ricevuto in accompagnamento al Premio Nobel per la Campagna contro le armi nucleari. «Siamo pronti a sostenere i costi sia del vertice che del soggiorno», ha annunciato Akira Kawasaki, il rappresentante Ican in Giappone.

Del vertice bisognerà concordare il numero di pasti, le pause che interromperanno i lavori e - come sottolinea il New York Times - persino la bevanda con cui verrà celebrato un eventuale brindisi.

Trump, infatti, non beve alcol e serve un «piano B».

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