Guerra in Israele

L'ambiguità anti-Israele s'insinua alla Bocconi. "Tel Aviv? È illegittima"

Lo studioso invitato dall'ex ministro Cartabia spara a zero: "Quell'occupazione è illegale"

L'ambiguità anti-Israele s'insinua alla Bocconi. "Tel Aviv? È illegittima"

Ascolta ora: "L'ambiguità anti-Israele s'insinua alla Bocconi. "Tel Aviv? È illegittima""

L'ambiguità anti-Israele s'insinua alla Bocconi. "Tel Aviv? È illegittima"

00:00 / 00:00
100 %

Una lezione contro le politiche di Israele nei giorni in cui Israele è attaccato da Hamas. C'è qualcosa che stride nella lezione che il professor David Kretzmer tiene in un'aula affollata della Bocconi. Un palcoscenico prestigioso che amplia il messaggio ipercritico recapitato alla platea milanese da questo intellettuale vicino alla sinistra di Tel Aviv: «Israele è una presenza occupante dal 1967 e le occupazioni sono illegali». E ancora, rispondendo a una domanda: «La fondazione di Israele nel '48 fu illegittima, perché non fu concesso ai palestinesi il diritto all'autodeterminazione».

Un parte del pubblico ascolta con disagio le evoluzioni di Kretzmer, introdotto dall'ex presidente della corte costituzionale Marta Cartabia.

In avvio dell'incontro, Cartabia e Kretzmer condannano Hamas e la sua brutalità. È una premessa doverosa, poi la lezione vira diventando una requisitoria contro Israele e le sue politiche: nel 1948, quando la nascita dello Stato toglie la patria ai palestinesi, nel 1967 con l'occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme, a intermittenza con l'appoggio alle dissennate pretese dei coloni. Kretzmer ripete parole e concetti che sono una condanna per Gerusalemme: «Presenza occupante», «occupazione illegale», «violazione del diritto internazionale», «violazione delle risoluzioni Onu».

Insomma, il mondo alla rovescia rispetto a quello che abbiamo visto nell'ultima settimana. Certo, uno studioso non ragiona col metro degli ultimi avvenimenti, ma va a cercare cause e connessioni a ritroso nel tempo. E però fatalmente una lezione, nata come un contributo tecnico sulla crisi della giustizia a Gerusalemme e programmata da settimane, diventa in qualche modo un manifesto politico. Un atto d'accusa, sia pure zeppo di riferimenti giuridici e di citazioni della Corte suprema. Del resto, attraverso l'ong B'Tselem, lo studioso di diritto costituzionale denuncia da sempre l'apartheid nei Territori. «Nel 2005 - prosegue lui - Israele si è ritirato da Gaza, senza rinunciare a controllare moti aspetti della vita a Gaza, la vita della gente a Gaza è molto influenzata da Israele». Che proprio in queste ore ha tagliato le forniture di corrente elettrica alla Striscia.

Siamo al passaggio sul '48: «L'atto di fondazione è illegittimo, ma - aggiunge il professore bilanciando l'affermazione - dopo 75 anni non si può tornare al passato, anche alcuni studiosi palestinesi riconoscono che lo scenario del 1948 non c'è più».

Certo, il tema del giorno è la riforma del sistema giudiziario che sta spaccando la società israeliana, ma qualche puntualizzazione sarebbe opportuna, per togliere quel velo di ambiguità che aleggia sul meeting. E invece va bene così.

Ecco infine l'appello a Israele, condiviso dalla Cartabia: «A Gaza rispetti i diritti umani. E le regole del diritto internazionale». Tutto giusto.

E tutto fatalmente di parte, senza contraddittorio.

Commenti