Cronache

Lampedusa "vietata" a Msf. I migranti arrivano lo stesso

Trasferiti alla Guardia costiera. Haftar minaccia altre «ripercussioni» per la missione. Serraj ci ringrazia

Lampedusa "vietata" a Msf. I migranti arrivano lo stesso

La «Prudence», la nave di Medici senza frontiere, è stata fermata sabato sera a 33 miglia dall'isola di Lampedusa, dove 127 migranti sono stati trasbordati su due motovedette della Guardia costiera italiana, che li ha poi condotti in porto. In un primo momento si era diffusa la notizia che il blocco del natante fosse dovuto alla mancata firma, da parte della Ong, del Codice di comportamento stilato dal Viminale, ma è stata la stessa organizzazione a chiarire i fatti. «Msf - si legge in una nota - conferma che nella serata di sabato le operazioni in mare si sono svolte in modo regolare. La nave Vos Prudence ha effettuato un trasbordo di 127 persone a due unità della Guardia Costiera italiana al largo di Lampedusa, su indicazione del Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Mrcc) di Roma. Il salvataggio delle persone a bordo - si prosegue nel documento - era avvenuto nella zona di ricerca e soccorso al largo della costa libica. Il trasferimento si è svolto senza alcun problema ed è durato circa un'ora». La Prudence si è poi diretta verso la Sicilia per uno scalo tecnico e arriverà questa mattina nel porto di Palermo. Ciò che stupisce è che il trasbordo sia avvenuto nonostante il divieto a questa pratica inserito proprio nel Codice di comportamento delle Ong.

«È ciò che è accaduto tante altre volte - ha spiegato il presidente di Msf, Loris De Filippi - e come, mi auguro, continui ad accadere per il miglior funzionamento dei salvataggi in mare». Come si ricorderà, l'Organizzazione non governativa italiana sarebbe entrata nell'inchiesta della Procura di Trapani che ha indagato il personale di bordo della Iuventa, la nave della Jugend Rettet, la Ong tedesca accusata di aver avuto contatti con i trafficanti di esseri umani e di aver favorito l'immigrazione clandestina verso il nostro Paese. Msf respinge le accuse e si è messa a disposizione dei magistrati per collaborare e fornire eventuali dati.

Intanto, continuano le operazioni di respingimento dei migranti da parte della Guardia costiera libica. La Guardia Costiera libica ha bloccato circa 300 profughi in due operazioni «di salvataggio» realizzate di fronte alle coste della capitale, Tripoli, e della città di Sabrata. Lo hanno reso noto le autorità libiche. Un membro della Guardia Costiera, Abul Qassim, ha precisato che almeno 125 migranti di nazionalità sudanese, tra cui due donne e sei bambini, sono stati «soccorsi a 12 miglia dalla captale, stamane». Più tardi, un'altra squadra ha recuperato circa 120 migranti, con cinque donne e tre bambini, di diversa nazionalità africana, a sette miglia dalla costa della città di Sabrata. I due gruppi, che viaggiavano a bordo di gommoni, hanno ricevuto aiuto umanitario - ha aggiunto - e poi sono stati messi a disposizione delle autorità portuali responsabili dell'immigrazione. Nella stessa zona sono state recuperati circa 700 migranti negli ultimi giorni, tra i quali numerosi profughi provenienti da Tunisia, Algeria e Marocco, così come varie famiglia libiche al completo. Questa nuova operazione fa ben pensare riguardo agli accordi tra Libia e Italia. Ma ieri la commissione Esteri del Parlamento di Tobruk, controllata dall'uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa hAftar, ha bocciato l'accordo tra l'Italia e il premier del governo di unità nazionale di Tripoli, Fayez al Sarraj, bollando l'intesa come «violazione della sovranità libica e dei trattati» e minacciando «ripercussioni». A stretto giro però il Consiglio di Stato libico di Tripoli ha espresso l'apprezzamento per la collaborazione con l'Italia, «Paese amico e fratello», nella lotta «contro l'immigrazione illegale e il traffico di esseri umani».

Dopo l'incontro del ministro dell'Interno italiano, Marco Minniti, con le autorità libiche e alcuni sindaci di quel Paese, la Guardia costiera libica, addestrata dalla nostra Capitaneria e dalla Marina militare, ha cominciato a operare per rimpatriare chi parte alla volta dell'Italia. Grazie anche al sorvolo dei Predator dell'Aeronautica militare individuare chi prende il largo è più semplice. Dall'Europa arrivano anche i primi fondi alle tribù libiche e, secondo i dati dei primi sette mesi del 2017 le partenze hanno avuto una diminuzione del 2,73 per cento.

Un trend che potrebbe essere destinato a proseguire sulla via più corretta.

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