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Landini all'assalto della legge Fornero: "Va superata"

Il segretario generale della Cgil spinge per un'uscita flessibile a partire da 62 anni e boccia il tutto contributivo: "Non funziona, sarebbe molto penalizzante"

Landini all'assalto della legge Fornero: "Va superata"

"Una vera riforma delle pensioni, perché è evidente a tutti che la legge Fornero ha aumentato le diseguaglianze e non ha risolto i problemi". Maurizio Landini senza mezzi termini si schiera contro la legge Fornero ed esprime l'urgente necessità di ricostruire "un sistema pensionistico pubblico degno di questo nome". Come prima cosa bisognerebbe provvedere ad accelerare "la commissione sulla separazione tra spesa previdenziale e assistenziale e quella sui lavori gravosi". Successivamente si dovrebbe lavorare a "una pensione di garanzia per i giovani e per chi ha avuto lavori discontinui e precari". Poi sarebbe giunto il momento di "riconoscere il lavoro di cura delle donne, che non si può trasformare in una tassa". In seguito andrebbe studiato "un meccanismo di uscita flessibile". Infine bisognerebbe rivalutare "le pensioni e legge sulla non autosufficienza". Questa l'agenda dettata dal segretario nazionale della Cgil: "Proposte praticabili, e le risorse si possano trovare".

A suo giudizio la legge Fornero "è stato un taglio drammatico per far quadrare i conti pubblici, non c’entrava con la previdenza". Ora i soldi si potrebbero "trovare altrove, in tanti sistemi pensionistici europei anche la fiscalità generale contribuisce alla spesa previdenziale". Intanto il 27 gennaio è previsto l'avvio della trattativa su una riforma complessiva: "Ci sono tutte le condizioni per fare un buon lavoro".

"In pensione a 62 anni"

Nell'intervista rilasciata a La Stampa, il sindacalista ha bocciato completamente l'ipotesi di anticipare il pensionamento con il tutto contributivo: "Non funziona. Sarebbe un sistema molto penalizzante e un sistema pubblico deve contenere elementi solidali, come fa la piattaforma di Cgil-Cisl-Uil, che rivendica un’uscita flessibile a partire da 62 anni".

Per il leader della Cgil "il sindacato non deve avere governi amici" ma ha voluto riconoscere al presidente del Consiglio Giuseppe Conte "di aver riaperto un confronto e una trattativa vera con le organizzazioni sindacali". Nello specifico si è detto soddisfatto per "un primo taglio delle imposte aumentando gli stipendi a chi paga le tasse, il lavoro dipendente". Landini infine ha ribadito l'urgenza di "un progetto di sviluppo" e, considerando che "siamo in una fase di grandissima emergenza ambientale", appare evidente che "a questo progetto serve un indirizzo pubblico".

Perciò il 2020 "potrebbe segnare un passaggio decisivo".

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