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L'argine di Forza Italia ai progetti illiberali dei grillini

L'argine di Forza Italia ai progetti illiberali dei grillini

Negli ultimi giorni, stampa e Tv focalizzano la propria attenzione sulla debolezza politica di Forza Italia e della coalizione di centrodestra. Nessuno tende a minimizzare la difficile situazione venutasi a creare a seguito del voto del 4 marzo quando per poche decine di migliaia di voti il centrodestra non ha raggiunto la maggioranza dei seggi in Parlamento. Forza Italia ha prima tentato di proporre un incarico per il leader della forza politica arrivata prima all'interno della coalizione e solo di fronte al diniego da parte del capo dello Stato, con in atto una crisi istituzionale senza precedenti, decideva di fare un passo di lato agevolando la nascita dell'attuale governo.

Questi i fatti delle ultime settimane che hanno offuscato l'immagine del nostro partito a favore, come prevedibile, di un alleato della coalizione che invece ha deciso di intraprendere la strada del governo (con la ribalta mediatica che ne è derivata) alleandosi con una forza politica distinta e distante da Forza Italia per storia, cultura, agenda programmatica, valori, idea della democrazia. Una scelta, quella della Lega, legittima ma ovviamente divisiva in quanto ha portato ad un allontanamento momentaneo della collocazione politica di alleati storici. Ciononostante, a conferma del fatto che tale ingarbugliata situazione resta un mera (e mi auguro) breve parentesi nello scenario politico, il centrodestra ha vinto le successive elezioni regionali in Molise e Friuli Venezia Giulia, strappato numerosi comuni governati dalla sinistra alle elezioni amministrative e si appresta a vincere ai ballottaggi di domenica. Dunque il centrodestra c'è ed esiste in tutte le sue componenti perché rappresenta un'area politica e culturale maggioritaria nelle preferenze dei cittadini. Per quanto attiene il contratto di governo gialloverde il giudizio di Forza Italia è assolutamente negativo. In tema di misure economiche, il reddito di cittadinanza è l'emblema di quanto più diverso e distante ci sia dalla rivoluzione liberale di cui avrebbe bisogno il nostro Paese. Una misura assistenzialista, che invece di stimolare i nostri giovani a una valida formazione funzionale alla ricerca di un lavoro stabile, induce a ritardare l'uscita dalla casa genitoriale.

Ci saremmo aspettati proposte efficaci, come quelle contenute nel nostro programma, a partire dalla decontribuzione per le imprese che assumono giovani, un grande piano per la crescita e lo sviluppo di un Sud che arranca e l'introduzione dell'autocertificazione preventiva delle iniziative in ambito privato. Anche in tema di giustizia, le anticipazioni dei propositi grillini sono quanto di più reazionario e illiberale ci si possa aspettare in uno Stato democratico. Agente provocatore e intervento massiccio per l'allungamento dei tempi della prescrizione sono l'esempio dell'idea da «Stato di polizia giudiziaria» che questo governo ha in mente. Per non parlare del paventato blocco delle grandi infrastrutture, dei limiti all'obbligo vaccinale, dell'isolamento internazionale (cui stiamo assistendo anche in questi giorni) e che rappresentano rischi concreti che il nostro Paese sta correndo sotto l'attuale guida governativa.

Pertanto il ruolo di Forza Italia non potrà che essere quello di un'opposizione repubblicana, responsabile, intelligente pronta a sostenere le misure assunte nell'interesse degli italiani e a contrastare duramente quelle nocive per i nostri concittadini e confliggenti con i valori liberali di cui da sempre siamo strenui difensori. Il nostro partito, sezione italiana della grande casa della democrazia e della libertà rappresentata dal Ppe, e che già nelle prossime settimane avvierà un profondo rinnovamento della sua classe dirigente, è e resterà l'argine moderato, liberale, europeista della politica italiana sotto la guida indiscussa (e tornata assolutamente competitiva dopo la riabilitazione) del suo presidente Silvio Berlusconi.

Marta Fascina,
deputata di Forza Italia

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