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"L'articolo 18 è solo un totem". Ma Renzi stoppa il soccorso di Fi

Il premier risponde ad Alfano: "Sul lavoro inutile dibattito. Vu' cumprà? Non l'avrei detto". E nega un asse con Fi sui temi economici

"L'articolo 18 è solo un totem". Ma Renzi stoppa il soccorso di Fi

«Expo. Poi Napoli, Reggio Calabria, la Sicilia. E intanto qui si lavora allo Sblocca-Italia». Matteo Renzi reagisce alle bacchettate internazionali, Moody's in testa, lanciandosi in una classica full immersion comunicativa - tra incursioni su Twitter e una intervista concessa a Millennium su Raitre - ma anche annunciando un mini-tour ferragostano. Un viaggio fugace, un po' come la posizione che il premier prende sull'abolizione dell'articolo 18, con una battuta con la quale chiude e assesta un duro colpo alla proposta messa in campo da Angelino Alfano. «L'articolo 18? Un totem, inutile discuterne».

«Si è fatto un ddl delega che si sta discutendo in Parlamento. È giusto o no riscrivere lo statuto dei lavoratori? Sì, lo riscriviamo. E riscrivendolo pensiamo alla ragazza di 25 anni che non può aspettare un bambino perché non ha le garanzie minime» dice Renzi. «L'articolo 18 è un totem ideologico. Proprio per questo trovo inutile stare adesso a discutere se abolirlo o meno. Serve solo ad alimentare il dibattito agostano degli addetti ai lavori». Un dribbling a cui si accompagna una seconda stoccata ad Alfano sull'uso del termine «vu' cumprà». «È un termine che io non avrei usato».

L'altro elemento politico è la chiusura alla collaborazione con Forza Italia sulle riforme economiche. «Per noi l'accordo è su due punti: riforme istituzionali e legge elettorale». Posizione tattica inevitabile, che a settembre dovrà fare i conti con la tenuta e i numeri della maggioranza. Il tutto accompagnato da una stoccata su Alitalia. «Bisognava far fallire i carrozzoni pubblici e far pagare i manager». Non va in scena, invece, almeno per il momento, il faccia a faccia con Giorgio Napolitano di cui si era vociferato dopo la sortita renziana contro la Bce. Il capo dello Stato non avrebbe gradito l'affondo contro la Troika, giudicato eccessivo, e non a caso Renzi a Millennium corregge la rotta. «Su quello che ha detto Draghi sulle riforme in Italia concordo dalla A alla Z, ma non ho la bacchetta magica. Ce ne fossero come lui». L'agenda dell'incontro è annunciata. Quando si vedranno presidente della Repubblica e premier dovranno fare il punto dopo i dati sul Pil e dopo il rapporto Moody's. Scontato il sostegno del capo dello Stato sul programma di riforme, con l'idea di fondo di far scattare dal 2015 («anno in cui taglierò la spesa di 16 miliardi», annuncia) le clausole attenuanti previste dal fiscal compact in caso di prolungata fase recessiva. Napolitano, però, chiederà a Renzi di non alimentare inutili tensioni con l'Ue.

Di certo il premier, fedele alla sua impostazione ottimistica «contro lo zoo dei pessimisti», fa sapere che sta limando il decreto Sblocca-Italia annunciato per il Consiglio dei ministri del 29 agosto. Proprio a questo appuntamento, però, Alfano vorrebbe portare la proposta di cancellazione dell'articolo 18, tema su cui si è esposto parecchio nel tentativo di recuperare visibilità. Bisognerà vedere, quindi, come Ncd deciderà di portare la sua offensiva, tanto più con le Regionali alle viste e il grido d'allarme lanciato da diversi coordinamenti sul rischio di non superare le soglie. I segnali di interesse da parte di Forza Italia sull'articolo 18 continuano ad arrivare. E sia Renato Brunetta che Giovanni Toti fanno sapere di essere pronti a sostenere la proposta Sacconi. «Noi ci stiamo. E il Pd?». I nodi, insomma, vengono al pettine. Da Ncd ribadiscono che l'obiettivo per i prossimi tre mesi è «lavorare pancia a terra su articolo 18».

Renzi permettendo, naturalmente.

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