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Latorre operato al cuore Intervento riuscito, ma l'India può aspettare

Il soldato Massimiliano Latorre, per ora «marca visita». Ma non da renitente. Ieri, quasi in segreto, i chirurghi del Policlinico di San Donato milanese, lo hanno operato al cuore. Nulla di particolarmente grave, entro pochi giorni potrebbe essere dimesso. Ma resta la prognosi. Basterà una settimana, giusto quella che manca al 12 gennaio (giorno di scadenza del permesso), per rimetterlo in piedi e farlo ripartire verso l'India? Là lo aspettano da prigioniero in attesa di un processo di cui neppure si intravede l'inizio. E, sempre là, lo aspetta pure l'altro marò, il collega e coimputato Salvatore Girone, il cui presente e futuro risulta sempre più legato al suo. Lui ostaggio di Nuova Delhi, garanzia che Massimiliano non «diserti». Un ricatto internazionale lungo tre anni e da cui anche l'imbelle Europa, si è da subito chiamata fuori. Il nostro fronte politico, more solito, continua a traccheggiare. Tra senso di amor patrio e ignavia; tra diritto e impotenza. In attesa di trovare una strategia, il ministero della Difesa ha deciso di imprigionare ancor di più il marò: blindato dai carabinieri nella sua stanza d'ospedale, non può avere contatti con estranei. Nemmeno con persone che ricoprono cariche istituzionali.

Il governo del premier Modi, prosegue nella sua linea dura. Ed equivoca. Con aperture di facciata seguite da prevaricazioni e provocazioni. Così come il negare che Latorre stesse «così male». Eppure proprio ieri il medico locale, che in settembre curò il Fuciliere dopo l'ictus, ammette di «averlo consigliato di sottoporsi a esami cardiologici». «Nel mio rreferto di dimissioni - racconta adesso Sir Ganga Ram - avevo indicato la necessità di approfondire i controlli al cuore per verificare le possibili cause dell'ischemia cerebrale». I medici italiani nelle settimane scorse hanno scoperto che Latorre soffriva dello stesso disturbo accusato qualche anno fa dal calciatore Antonio Cassano: il forame ovale pervio, cioè un piccolo buco attraverso cui il sangue defluisce dall'atrio sinistro a quello destro. «Nel passaggio tra i due atrii- spiega Paola Santalucia, neurologa del Policlinico di Milano-, può accadere che un trombo presente nell'atrio destro transiti in quello sinistro ed entrando in circolazione arrivi a un'arteria cerebrale occludendola». Paola Moschetti, la compagna del soldato, l'unica a poterlo vedere, ha già messo le mani avanti: «L'intervento pare riuscito. Ora Massimiliano dovrà recuperare e avrà bisogno di tranquillità e di riprendersi». Come dire, ci sarà bisogno di tempo.

L'India dovrà aspettare.

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