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L'ombra dell'Iva incombe: la maggioranza è divisa

Il premier Conte rassicura: "Non ci sarà un aggravio di Iva, non facciamo polemiche inutili". Ma nel governo aumentano le divisioni

L'ombra dell'Iva incombe: la maggioranza è divisa

"Lo ribadiamo per l’ennesima volta: no a giochini e giri di parole, l’Iva non deve aumentare". Nella giornata di ieri fonti del Movimento 5 Stelle hanno fatto sapere che l'intento del governo non è affatto quello di tassare ulteriormente gli italiani. Tuttavia negli ultimi giorni si è sentito parlare della cosiddetta rimodulazione, ma tempestivamente sono arrivati interventi tampone per porre fine al dilagare di ogni ipotesi. Ma una prova in tal senso l'ha fornita Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie: "Rimodulare le aliquote Iva rivedendo i panieri entro la legislatura è dovere di un governo che è nato con le intenzioni di ridurre le ingiustizie presenti nella società".

Il governo litiga

Anche sulla questione ticket il governo appare diviso. Roberto Speranza ha dettato la linea: "Chi ha di più deve pagare di più, chi ha di meno deve pagare di meno. Oggi non conta se sei miliardario o in difficoltà economica". Il ministro della Salute ha spiegato che il criterio di riferimento per la nuova definizione sarà "il reddito prodotto dal nucleo familiare fiscale, rapportato alla composizione del nucleo stesso sulla base di una scala di equivalenza". L'altolà è arrivato direttamente dal premier Giuseppe Conte: "Gli interventi su super ticket e ticket sanitari sono programmati non domani mattina: il nostro è un progetto riformatore che non scade a dicembre, abbiamo un patto da attuare in questa legislatura. Anche i tempi degli interventi li dobbiamo dosare nel corso dei mesi e degii anni".

Lo stesso presidente del Consiglio ha voluto rassicurare sul fatto che "non ci sarà un aggravio di Iva" e dunque bisognerebbe evitare di fare "polemiche inutili". Ma la paura da parte degli italiani di ricevere una stangata di tasse a partire da gennaio aumenta progressivamente: le divisioni del governo certamente non aiutano. Tra la diatriba a botti di comunicati a mezzo stampa e le smentite del caso, il responso è rimandato a inizio anno.

Con gli italiani spettatori, purtroppo, paganti.

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