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La tesi di laurea sulla Palestina è imprecisa, la relatrice lascia la commissione

A Torino lezione di propaganda: la tesi di due studentesse racconta gli ebrei come schiavisti. E la prof se ne va

La tesi di laurea sulla Palestina è imprecisa, la relatrice lascia la commissione

Torino - Gli ebrei sono sionisti, sono in Palestina da dopo i pogrom zaristi per sfruttare la manodopera araba e nessun cenno agli attentati palestinesi contro i civili israeliani. Sono queste alcune delle riflessioni presenti in una tesi di laurea che hanno scatenato critiche e veleni al Dipartimento di Lingue, all'Università degli Studi di Torino, dove una docente si è rifiutata di presiedere la commissione che avrebbe dovuto laureare le due studentesse che avevano realizzato il lavoro: «Ho agito spinta da un senso di responsabilità e di coerenza verso il mio lavoro e la mia coscienza, certo non credevo di suscitare tutto questo clamore semplicemente per aver espresso il mio parere». Cerca di gettare acqua sul fuoco, Daniela Santus, la docente di geografia all'Università di Torino che, come ha scritto su Facebook: «Ho chiesto di non presiedere alla laurea di due studentesse che hanno presentato un lavoro sulle città palestinesi», uno sfogo che i motivi del suo gesto: «Ne ho discusso con la commissione e, dopo che il direttore Francesco Panero ha proposto di sostituirmi, me ne sono andata».

Daniela Santus presiedeva al posto della professoressa di Storia Ada Lonni, relatrice della tesi finita nell'occhio del ciclone, dal titolo «Percorsi classici e letterari di città palestinesi». «Mancava la relazione della collega – ha spiegato - ho sfogliato i testi, diversi ma complementari, con una bibliografia prevalentemente araba e vi era una premessa storica nella quale, leggendo velocemente, ho letto frasi e concetti che non condivido». Le parti incriminate dalla docente, che non fa segreto di essere filo–israeliana, sono molte, tra queste l'affermazione secondo cui vi era un piano di sgombero della Striscia di Gaza, ma senza cenno alcuno dell'avvenuta evacuazione. Gli altri prof hanno considerato poco rilevanti queste considerazioni, anche se la stessa professoressa Lonni, nella presentazione dei testi, spiega che si tratta di un «lavoro buono, con alcune considerazioni di cui sono responsabili le autrici». «Non volevo rovinare la discussione con domande scomode, - prosegue Santus – però non me la sono sentita di firmare la certificazione di laurea».

Molti i professori che avrebbero voluto rimandare la discussione di qualche giorno, poi la sostituzione della docente e l'arrivo della relazione della professoressa assente, hanno sbloccato la situazione: «Voglio precisare – conclude la docente – che non me ne sono andata per aver giudicato la tesi filo palestinese, un lavoro si giudica sulla sua scientificità e correttezza storica non sull'essere filopalestinese o filoisraeliana ma ho notato omissioni ed inesattezze che, per coerenza, non potevo avvallare. Le due signorine sono state gratificate con 6 punti: a parte le inesattezze, il loro lavoro doveva essere esemplare, le mie felicitazioni.

Spero che, nel frattempo, si siano accorte che gli insediamenti ebraici sono stati davvero evacuati dalla Striscia di Gaza, che gli ebrei reduci dai pogrom nella Russia zarista non sono emigrati in Palestina allo scopo di sfruttare a basso costo la manodopera araba, che non si tratta solo di retorica israeliana se non si ha tuttora la pace e che le migliaia di vite ebraiche perse negli attentati compiuti dai palestinesi hanno avuto il loro peso».

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