Politica

L'Austria minaccia: «Brennero chiuso»

L'aut aut ad Alfano: bloccate i migranti a Lampedusa. Ma così è il caos

Chiara Giannini

Che i trafficanti di esseri umani volessero creare il caos in Italia non è una novità. La conferma arriva anche dal prefetto Giovanni Pinto, direttore centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere al ministero dell'Interno che ieri, nella sua audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'accordo di Schengen e di vigilanza di Europol ha ammesso che "si è arrivati a 52 partenze simultanee in una sola giornata nel 2016. Contro questa strategia - ha proseguito - un grande valore assume la collaborazione con gli Stati. Si sta, ad esempio, lavorando a creare una sala operativa in Libia, che sarebbe un aiuto importante nell'azione di contrasto".

Fondamentale è lo sforzo operato dal nostro Paese "nei centri per il reimpatrio, dove entro 30 giorni - ha detto ancora il prefetto - si decide se i migranti hanno o no i requisiti. Qui i risultati sono positivi, in quanto con alcune Nazioni, si pensi alla Nigeria, il rapporto è fluido e positivo". Ad esempio, al Cairo sono presenti "ben 208mila persone che sono pronte a partire, ma al momento non abbiamo avuto uno sbarco". Un altro dato interessante, oltretutto, si rileva dai periodi di arrivo dei migranti. Il trend fa registrare un afflusso maggiore durante i weekend. Ciò fa pensare che le partenze siano coordinate e che possano essere "incanalate" da qualche spalla direttamente nel Mediterraneo.

Da chiedersi perché le navi delle Ong - e ciò è rilevabile da qualsiasi app utile a individuarne la posizione tramite transponder - poco prima dell'evento Sar si posizionino in alcune precise zone del Canale di Sicilia e poi si muovano proprio nei giorni immediatamente precedenti al fine settimana. La questione sarebbe allo studio delle procure siciliane che hanno aperto indagini conoscitive sull'operato delle organizzazioni non governative che, proprio in questi giorni, hanno ricevuto il codice di comportamento dal ministero dell'Interno e sono state convocate il prossimo 25 luglio al Viminale per discuterne con il ministro Minniti. Alcuni dei rappresentanti delle Ong hanno fatto capire che senza modifiche non firmeranno il documento, ma così rischieranno di non poter più entrare nei porti italiani.

Le reazioni politiche a quanto detto da Pinto, peraltro, non hanno tardato ad arrivare. Ci stanno prendendo in giro da tre anni - ha detto il senatore della Lega Paolo Arrigoni -. Hanno svenduto il Paese e ci hanno anche mentito e fatto lavorare a vuoto. Sono mesi che in Comitato Schengen, così come in occasione dell'indagine conoscitiva sulle Ong della commissione difesa del Senato, ci scervelliamo per capire perché tutti vengono portati da noi e non invece a Malta o nei porti di altri Paesi, ma tutto era già scritto e deciso nell'accordo operativo di Triton".

Ma non è finita perché l'Italia, in queste ore, ha un'altra gatta da pelare. L'Austria, infatti, minaccia di chiudere il Brennero se il nostro Paese dovesse continuare a mandare immigrati clandestini verso nord. Il ministro degli esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha chiarito al suo omologo italiano Angelino Alfano: "Pretendiamo che venga interrotto il traghettamento di migranti illegali dalle isole italiane, come Lampedusa, verso la terraferma. Se l'Italia - ha concluso poi - dovesse continuare con i tempestivi trasferimenti, non aumenterà solo il sovraccarico in Europa centrale, ma continueranno anche gli annegamenti. Il salvataggio in mare non deve essere un ticket per l'Europa centrale.

Se si dovesse applicare il lasciapassare verso nord, metteremo in sicurezza i nostri confini".

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