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La Lega archivia il reddito 5s "Irregolare il 70% di card"

Garavaglia apre lo scontro sul tema più caro ai grillini La replica: «Cretinate». Ma pure Salvini vuole cancellarlo

La Lega archivia il reddito 5s "Irregolare il 70% di card"

La Lega spara contro reddito di cittadinanza. Con toni già da campagna elettorale, il Carroccio mette nel mirino il provvedimento bandiera voluto dai Cinque stelle. Ad aprire il fuoco è il viceministro leghista all'Economia Massimo Garavaglia che in un'intervista a Italia Oggi certifica il fallimento della misura: «Dai primi risultati sui controlli della Guardia di finanza emerge che il 70% di chi ha ricevuto il reddito di cittadinanza non ne aveva diritto». Per il viceministro «gran parte di coloro ai quali è stato erogato il reddito di cittadinanza risulta non titolare. E questo vuol dire che si può intervenire aumentandolo per chi ha veramente bisogno, aggiungo inoltre che mancano ancora i decreti attuativi che consentono ai Comuni di chiamare i beneficiari del reddito di cittadinanza per prestare servizi socialmente utili». In linea con il viceministro, anche se con toni più morbidi, è il ministro dell'Interno Matteo Salvini che a Rtl 102.5 spiega «in tante realtà, soprattutto del Sud» il reddito di cittadinanza «si sta trasformando in incentivo al lavoro nero. Lo cancello? No, ma sono situazioni che vanno monitorate. Preferisco crescita e sviluppo all'assistenza».

Il leader della Lega annuncia inoltre che sarà Giancarlo Giorgetti (nome per guidare il ministero dell'Economia), in un futuro governo, ad avere il dossier reddito di cittadinanza. Mentre il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon chiede un tagliando di fine anno per il reddito. I tre affondi del Carroccio provocano l'immediata reazione dei grilini. In soccorso dei Cinque stelle scende in campo il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, ex consulente del vicepremier Di Maio, che precisa: «I controlli incrociati dell'Inps con le banche dati collegate sono stati massivi e preventivi rispetto all'accoglimento delle domande e la loro efficacia è dimostrata dal fatto che più di un quarto delle domande è stato respinto. La Guardia di Finanza ha a disposizione 600mila beneficiari da noi forniti; di questi esaminerà i profili di rischio, cioè individuerà una piccola parte che, per come selezionata, è anche possibile raggiunga elevate percentuali di irregolarità, ma questo dimostrerà la bontà dei sistemi di individuazione del rischio e di controllo adottati, restando poco rilevante rispetto al totale dei beneficiari. Al momento comunque non ci sono dati. Gli unici dati forniti riguardano le domande di reddito, 1.491.935 presentate al 31 luglio. Quelle accolte sono 922.487, quasi 400mila sono state respinte e circa 170mila sono in evidenza per ulteriore attività istruttoria».

A Garavaglia replica, invece, la collega di governo Laura Castelli, viceministro dell'Economia: «I numeri comunicati da Garavaglia, secondo il quale il 70% di chi riceve il reddito di cittadinanza non ne avrebbe diritto, non corrispondono al vero - dice - A me non risulta che la Guardia di Finanza abbia fornito dati in tal senso. So che stanno per essere licenziate disposizioni operative ai reparti della Gdf a seguito di alcune interlocuzioni col ministero del Lavoro e Inps. Quel che è certo, è che grazie a un aumento dei poteri ispettivi e dell'organico, nell'alveo dei normali controlli - come, ad esempio, sul lavoro in nero - capita di trovare casi di persone che lavorano in nero e percepiscono anche il reddito. Quel dato, quindi, non è legato al reddito di cittadinanza».

«Basta cretinate», sintetizzano dal blog delle stelle.

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