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La Lega avverte gli alleati: "Coi No non si va avanti"

Caos Autonomia, Di Maio: «Stiamo riscrivendo il testo». Il ministro Stefani: «Falso, non sia sleale»

La Lega avverte gli alleati: "Coi No non si va avanti"

Luigi di Maio prova a vendicarsi, dopo lo schiaffo sul Tav, annunciando, da Napoli, che il testo sulle Autonomie sarà riscritto. Ma il vicepremier grillino rischia, però, di incassare un secondo schiaffo dalla Lega. Dall'Università Federico II di Napoli, il capo politico dei 5 Stelle riapre il fronte caldo sul regionalismo contro gli alleati del Carroccio. Di Maio è nella sua città per battezzare (prima di prendere parte ai funerali del vicebrigadiere Mario Rega) l'osservatorio sul regionalismo differenziato costituito da un gruppo di docenti napoletani. È l'occasione per riportare M5s nel fronte del no rispetto alla proposta leghista sull'autonomia. «Stiamo scrivendo un nuovo testo, con un criterio anche di riparto delle risorse che vede al centro tutta l'Italia», annuncia Di Maio. Fuga in avanti che il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani stoppa nel giro di un paio d'ore: «Non capisco di quale nuovo testo sulle autonomie parli il capo del M5s e mi chiedo dove fosse alle ultime riunioni quando ha avuto l'occasione di discutere l'idea di questo osservatorio di cui io sento parlare oggi per la prima volta. Dopo un anno di discussioni mi auguro che nessuno voglia rimangiarsi slealmente la parola e l'impegno, di cui il presidente Conte è garante. Sembra che qualcuno abbia deciso di proteggere una certa cattiva politica deleteria per il Sud».

Dalla Lega cresce l'insofferenza: «Anche oggi altri no dai 5Stelle: no alla Tav, no all'autonomia, no a una seria riforma della giustizia, no al taglio delle tasse. L'Italia per crescere ha bisogno di Sì, non di No». E fonti dei 5 Stelle subito ribattono: «Sentiamo che dovremmo dire sì. Ma sì a cosa? Non c'è una sola proposta della Lega in Parlamento, mentre da 2 mesi stanno bloccando il Paese mettendosi di traverso ad almeno 10 leggi del M5s: conflitto interessi, salario minimo, acqua pubblica, salvamare, legge sui sindacati militari, taglio stipendi parlamentari e molte altre. La Flat tax, invece, è diventata un mistero. Sulla Tav si sono acchitati un regalo a Macron con il Pd, ne risponderanno davanti ai cittadini». Nel botta e risposta, il ministro Stefani continua a pungere gli alleati di governo: «Sarebbe interessante sentire qualche proposta di merito dai compagni di viaggio di governo che possa creare crescita al Paese da Nord a Sud. Ciò che fa bene all'Italia deve essere portato avanti che i 5 Stelle vogliano o meno». Ma Di Maio insiste: «L'autonomia si deve fare ma senza danneggiare le regioni del Sud. Per non danneggiare le altre regioni dobbiamo cogliere un'occasione storica che è quella di un'autonomia che ci permetta di fare, insieme, i livelli essenziali di prestazione, il fondo di perequazione e un investimento straordinario sul Sud». Secondo il vicepremier «per come era progettata l'Autonomia, andava a discapito, non solo delle regioni del Sud, ma anche del centro». Il ministro del Lavoro rivendica di essere stato bravo a scongiurare, su base regionale, il nodo dei docenti perché non ha senso che un bambino che si iscrive a scuola se si iscrive in una regione ha più docenti o ha docenti pagati di più, se si iscrive in un'altra, ha docenti meno pagati o meno docenti. Non sceglie lui dove nascere. La scuola è una e indivisibile». A Di Maio replica il governatore del Veneto Luca Zaia: «Rispondo così: sono i suoi no che danneggiano il Sud. A noi interessa che il Governo rediga la sua proposta di autonomia e che la presenti, poi si confronterà con la nostra che è depositata ormai da mesi se non da anni e vedremo di trovare un accordo». Ma per Di Maio è importante che dopo il passaggio del testo in Consiglio dei Ministri, sarà il Parlamento a dire l'ultima parola.

Una mossa per tenere a bagnomaria la Lega ma che rischia di aprire un nuovo strappo.

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