Politica

Lega e M5s vanno d'accordo solo sulla scelta dei ristoranti

A Roma locali top per i nuovi politici. I 5s abbandonano la mensa anti casta, Salvini detta la moda pizza e birra

Lega e M5s vanno d'accordo solo sulla scelta dei ristoranti

Cambiano le legislature, la geografia dei partiti al governo, il linguaggio della politica, ma le vecchie abitudini, quelle che da sempre legano cibo e potere trasformando la tavola nel luogo ideale per decidere alleanze o strategie di governo, rimangono sempre le stesse.

Cambiano i posti, però, dove amano sfamarsi deputati e senatori. Non c'è più un vero e proprio ritrovo, come nella Seconda Repubblica poteva essere il ristorante «I due Ladroni», in piazza Nicosia. I gialloverdi non hanno un posto fisso dove incontrarsi per uno spuntino veloce, un pranzo tra una votazione e un'altra o una cena al termine dei lavori in aula. Ma almeno sulla cucina vanno d'accordo. Litigano su tutto, sulla manovra, sulle pensioni, sul decreto sicurezza, ma a tavola si ritrovano spesso negli stessi posti. Locali alla mano, a prezzi accessibili, nel centro storico, vicino ai luoghi della politica. La cucina romanesca ha conquistato tutti, grillini e leghisti, che però hanno ceduto anche al richiamo della cucina giapponese, un must tra i più giovani, come del resto sono molti parlamentari. Gettonatissimo, infatti, il sushi di «Daruma», in piazza Parlamento, comodo, veloce e trendy. Così come l'aperitivo alle buvette di Montecitorio, ma anche fuori dal Parlamento.

Nell'aggiornamento della mappa dei ristoranti targati M5s-Lega disegnata dall'AdnKronos un posto d'onore ce l'ha l'«Arancio d'oro», a pochi passi da Piazza di Spagna, dove martedì scorso si sono ritrovati il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio per discutere delle mosse da fare per evitare la procedura di infrazione Ue tra un piatto di filetto con i broccoletti ripassati e una grigliata di calamari. Si erano già visti a tavola i tre leader, a fine ottobre, quando all'ordine del giorno c'erano le nomine Rai, ma in quell'occasione si erano dati appuntamento da «Sabatino», in zona Pantheon.

Se all'inizio i grillini preferivano mangiare alla mensa della Camera stando alla larga dal ristorante di Montecitorio, considerato privilegio della casta, adesso che al potere ci hanno fatto l'abitudine capita di incontrarli anche nei locali frequentati dai big politici di una volta. Tra i luoghi ad alta densità di gialloverdi c'è il «Pastation», in piazza Campo Marzio, gestito tra gli altri dal figlio del leader di Ala, Denis Verdini. I Cinque Stelle lo frequentano a pranzo, i leghisti la sera.

Concluso il capitolo della pizzeria «Gusto», in piazza Augusto Imperatore, recentemente chiusa per lasciare il posto al resort di Bulgari, i seguaci del Carroccio amano mangiare le linguine al pesto genovese di «Maxela», in via delle Coppelle, i piatti sofisticati di «Casa Coppelle», nell'omonima piazza, dove i piatti della cucina tradizionale romana incontrano l'haute cuisine francese, o la grigia di «Laganà», in via dell'Orso. Ma quando può Salvini preferisce fermarsi dove capita per mangiare un trancio di pizza Margherita accompagnato da una birra ghiacciata o organizzare cene con i parlamentari nell'appartamento in cui abita, quello riservato al ministro dell'Interno in piazza Grazioli. Serate preferibilmente a base di pizza a birra. Luigi Di Maio, invece, ama mangiare fuori. Uno dei suoi posti del cuore è «Maccheroni», cucina romana doc, tra piazza Navona e piazza del Pantheon, dove pranza spesso con i suoi stretti collaboratori. In piazza delle Coppelle ci arriva a piedi, una breve passeggiata da Montecitorio, ad uso e consumo dei cronisti che lo inseguono con le telecamere, mentre aggiorna i cittadini sulle trattative in corso con la Lega.

A tavola gli piace stare leggero: niente amatriciana o carbonara, meglio un secondo e contorno. Ultimamente il leader Cinque Stelle è stato avvistato anche da «Coso», un ristorantino in via in Lucina, vicino all'ingresso posteriore della sede nazionale di Forza Italia. Quando Alessandro Di Battista non era ancora partito per il suo viaggio in Sud America era un habitué di «Quelli della pizza», sempre in centro, mentre i colleghi grillini preferiscono posti leggermente più ricercati come il «Retrobottega» e l'«Osteria del Sostegno». Quando è a Roma, invece, Beppe Grillo si rinchiude nel roof garden dell'Hotel Forum, nel rione Monti, dove mangia lontano da sguardi indiscreti, prima di riunire i suoi per i vertici M5s.

Tra i vecchi Pd c'è invece chi è rimasto legato ai luoghi della Prima Repubblica, come l'ex ministro Piero Fassino, affezionato cliente di «Fortunato» al Pantheon.

Altri dem, amanti del pesce, preferiscono invece il «San Lorenzo», in via dei Chiavari, mentre l'ex premier Matteo Renzi esce poco ma è stato visto da «Roscioli», ristorante gourmet in via dei Giubbonari.

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