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Lega, mozione di sfiducia ad Alfano: "Ha in mano il business dei migranti"

Nel mirino il Cie di Cara di Mineo, "feudo elettorale" di Ncd

Lega, mozione di sfiducia ad Alfano: "Ha in mano il business dei migranti"

Roma - La Lega vuole mandare Angelino all'inferno. Lo annuncia il capogruppo del Carroccio Massimiliano Fedriga, pronto a firmare una mozione di sfiducia individuale contro Alfano, ora alla Farnesina ma per anni ministro degli Interni. Motivo: «Il business dell'immigrazione è interamente nelle mani del Nuovo centrodestra», accusa Fedriga.

La pistola fumante è l'ultima inchiesta del FattoQuotidiano secondo cui uomini vicini al partito di Alfano gestiscono la maggior parte dei centri di accoglienza per gli immigrati. Un fiume di denaro pubblico. Le strutture sono sparse un po' in tutt'Italia. L'ondata migratoria non si placa, le strutture scoppiano ma le società che le gestiscono assumono personale e fanno soldi a palate. Ogni migrante, ogni giorno, «vale» dai 30 ai 50 euro. Un tesoro dove la politica ci sguazza. Si prenda il Cara di Mineo, in Sicilia, su cui la procura di Catania da tempo ha acceso i riflettori. Secondo i magistrati agli aspiranti dipendenti del centro veniva chiesto di iscriversi a Ncd, di votare i candidati locali e partecipare attivamente alle campagne elettorali del partito di Alfano. Guarda caso a Mineo il partito di Alfano sfiora il 40% mentre a livello nazionale arranca attorno al 3%. Qui è indagato l'alfaniano Paolo Ragusa, a capo del consorzio che gestisce il centro, che però si professa innocente.

Targato Ncd anche il Cara di Isola Capo Rizzuto, gestito da Leonardo Sacco della Confraternita della Misericordia e che negli ultimi anni ha dato lavoro a ben 400 famiglie della zona. Lui dovrebbe gestire pure il Cpsa di Lampedusa, un tempo nelle mani del suocero del fratello di Alfano. Alfaniano anche il consorzio Malaventum di Benevento che vanta prezzi iperconvenienti: 28 euro al giorno per migrante, contro i 35 euro a base d'asta. Loro ospitano 740 migranti in 12 differenti strutture con un totale di 140 dipendenti tra cui addetti alla vigilanza, alla cucina, mediatori culturali, infermieri professionali, alle pulizie, regolarmente assunti a tempo indeterminato. Dirigente aziendale è l'alfanianissimo Paolo Di Donato, soprannominato «re dei profughi» perché sfoggia una Ferrari rosso fuoco.

La Ecofficina Edeco di Padova, leader nel settore dell'accoglienza in Veneto, gestisce invece il centro di Cona, dove è morta la giovane ivoriana Sandrine Bakayoko. La stampa locale l'ha già definita «coop pigliatutto». Il suo primo bilancio era di 114 mila euro, oggi è di 10 milioni. Anche qui ci sono uomini vicini all'Ncd e, denuncia al Fatto la deputata M5S Silvia Benedetti, si è in presenza di una vera e propria parentopoli.

La Lega inchioda Alfano e minaccia: «Firmino tutti la mozione o ci sarà la dimostrazione che tutti sono conniventi con un sistema finalizzato a favorire i compagni di merenda e non affrontare il problema dell'immigrazione».

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