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Tosi strappa con Salvini: "Pericoloso uscire dall'Euro"

Il sindaco di Verona si candida alla guida di una vasta coalizione contro il centrosinistra

Tosi strappa con Salvini: "Pericoloso uscire dall'Euro"

Era il 7 dicembre 2013 quando Matteo Salvini stravinse le Primarie della Lega Nord con l’82% dei voti, sconfiggendo Umberto Bossi, di cui ha raccolto l’eredita. Preso in mano un partito tramortito dallo scandalo Belsito, il nuovo segretario federale ha rianimato i suoi: dopo un anno il Carroccio vola nei sondaggi – che danno i leghisti sopra il 10% . Flavio Tosi, sindaco di Verona al suo secondo mandato e volto “giovane” della Lega, è il “competitor” interno di Salvini. Ma il primo cittadino scaligero racconta a ilGiornale.it che punta a guidare, contro il Pd di Matteo Renzi, un centrodestra riunito.

La Lega Nord è data in continua crescita dai sondaggi: siete saldamente sopra il 10%. I meriti sono tutti di Matteo Salvini e della sua leadership accattivante?

“Sicuramente sì, è evidente. Matteo, un anno fa, ha preso in mano la Lega al 4% e l’ha portata sopra il 10. Il partito è tornato sui suoi massimi storici, se non sopra. La campagna elettorale che ha impostato ha centrato tutti i tempi più sentiti dalla popolazione”.

All’exploit del Carroccio hanno contribuito, di rimbalzo, i demeriti delle altre forze? Per ultimo, il Pd paga lo scandalo di Mafia Capitale.

“Più che altro, guardando per esempio il dato delle elezioni regionali in Emilia-Romagna – oltre all’astensione altissima –, c’è stato un crollo verticale di Forza Italia, che paga la posizione troppo morbida nei confronti di Renzi: i voti persi sono andati alla Lega. In queste consultazioni chi voleva votare contro il governo, in cabina elettorale, ha messo la croce sul nome di Salvini; il voto a FI sarebbe stato meno significativo”.

Il segretario federale batte forte su due punti: no all’Euro e no all’immigrazione. Ne condivide in toto l’impostazione?

“Allora, per quanto riguarda il tema dell’immigrazione la pensiamo esattamente alla stessa maniera: l’Italia dovrebbe chiudere la frontiere ed espellere il numero colossale di clandestini”.

Mentre sull’Euro ha una linea più morbida.

“I punti di vista sono tre: l’uscita dall’euro, l’euroentusiasmo e l’euroscetticismo. La linea critica, che è quella che sposo, chiede di rinegoziare tutti i trattati e i rapporti di forza, ovvero il reale peso che ha l’Italia all’interno dell’Unione Europea, dove non può continuare a non contare nulla. Essere entusiasti della moneta unica è da sciocchi, mentre l’uscita dall’unione monetaria non è tecnicamente percorribile oggi per un Paese con i conti disastrati come il nostro: sarebbe pericoloso”.

E l’asse con il Fronte Nazionale di Marine Le Pen come lo giudica?

“Lo valuto dai numeri che ha Marine Le Pen in Francia, che è un Paese di grande tradizione democratica, tutt’altro che fascista: bollarla come tale è un semplicistico e sbagliato. Quindi la Le Pen – che a differenza nostra è fortemente centralista – su una serie di tematiche sposa in pieno le nostra istanze: lotta all’immigrazione clandestina e difesa delle identità senza subire la globalizzazione in modo acritico”.

Dalle alleanza europee alla leadership del partito. Lei ha votato Salvini alle Primarie del 2013 e in Primavera forse si andrà al voto anticipato: da sindaco di Verona a segretario leghista?

“Il discorso è un altro. Prima del congresso che elesse Salvini ci parlammo io, lui e Bobo Maroni. Il segretario uscente tracciò due strade diverse: Matteo a capo della Lega e per me un percorso con il centrodestra a livello nazionale. Un conto è la segretaria del partito, altro la leadership del centrodestra; non devono necessariamente coincidere…”.

Quindi raccoglie la sfida di guidare, facendo da collante, una vasta coalizione contro Renzi fatta da Forza Italia, Lega, Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia?

“Sì, ma penso anche a Corrado Passera e Mario Mauro: tutti quei soggetti che comunque fanno riferimento all’area del centrodestra e che oggi sono totalmente disgregati. Una frammentazione che oggi fa vincere Renzi.

È un progetto ambizioso: è realizzabile?

"È obbligatorio realizzarlo. Renzi sta crollando, come giusto, nella fiducia degli italiani. Quando arriveremo a marzo e lui non riuscirà ad andare al voto subito – cosa che sarebbe insensata – l’Unione Europea ci presenterà il conto prospettandoci ulteriori misure lacrime e sangue: ci sarà un ulteriori tracollo del premier e del suo governo. È dunque fondamentale, in un contesto come questo, offrire un’alternativa di speranza agli italiani".

E lei ne sarà il volto?

"Magari ce ne sarà più di uno.

Forse non è neanche il momento degli uomini soli a comando: è il momento di una squadra di leader che rappresentino l’intero centrodestra".

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