Europa

La Lega si smarca da Ursula. "Grave, non può più tacere"

Il Carroccio cavalca il caso: "Noi fin dall'inizio abbiamo chiesto chiarezza". Forza Italia e Fratelli d'Italia attendisti e garantisti. Silenzio anche da Metsola

La Lega si smarca da Ursula. "Grave, non può più tacere"

Ascolta ora: "La Lega si smarca da Ursula. "Grave, non può più tacere""

La Lega si smarca da Ursula. "Grave, non può più tacere"

00:00 / 00:00
100 %

Il caso von der Leyen irrompe nella campagna elettorale delle Europee. Si trasforma in un ostacolo insidioso nella corsa per il secondo mandato dell'attuale presidente della Commissione. E offre il destro alla Lega per rivendicare la propria opposizione all'ipotesi di un bis della politica tedesca alla guida dell'esecutivo comunitario, una soluzione che con ogni probabilità sarebbe in continuità con la maggioranza Ursula, ovvero il compromesso tra popolari e socialisti.

L'accusa mossa dalla procura europea a Ursula von der Leyen è quella di aver agito personalmente per l'acquisto dei vaccini anti-Covid. I reati ipotizzati sono distruzione di sms, corruzione, conflitto di interessi, interferenza nelle funzioni pubbliche. Ingredienti che spingono la Lega a spingere sull'acceleratore e partire all'attacco.

«Non può continuare a tacere, è in gioco la credibilità dell'Ue. L'indagine della procura europea sul cosiddetto caso Pfizergate conferma la gravità della vicenda, sulla quale la Lega in Europa chiede di fare chiarezza fin dal primo giorno. Noi per primi, dopo le inchieste giornalistiche indipendenti, abbiamo presentato interrogazioni, richiesto di portare il caso in aula al Parlamento, chiesto chiarimenti in tutte le sedi competenti, sempre andando a scontrarci con il silenzio assordante di questa Commissione europea e della maggioranza che la sostiene», scrivono in una nota gli eurodeputati leghisti Marco Zanni che è anche presidente del gruppo Identità e democrazia e Marco Campomenosi, capo delegazione del Carroccio. Il treno di dichiarazioni degli esponenti leghisti fa capire che l'intenzione è quella di tenere alta la questione, marcando la differenza rispetto agli alleati italiani. «Già nel 2022 ho espresso forti preoccupazioni. Oggi l'indagine della Procura europea sul cosiddetto Pfizergate conferma che ci avevamo visto lungo: troppe le ambiguità legate a una faccenda delicatissima e importante sulla quale, come Lega, presentammo perfino un'interrogazione per chiedere di valutare l'episodio» dice l'eurodeputato Paolo Borchia, «Allora l'Ue - continua - eluse però la nostra richiesta di accesso agli atti. Un muro. Adesso, si ripresenta l'esigenza di trasparenza: servono risposte dalla presidente e dalla maggioranza che la sostiene. Basta silenzi». Il deputato Stefano Candiani vede nella vicenda «una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della necessità di discontinuità rispetto a chi ha gestito in questi anni il governo europeo. Altrimenti sarebbe come se qualcuno pensasse di tenere Speranza ministro della Sanità in un governo di centrodestra». Forza Italia e Fratelli d'Italia si attestano, invece, su una linea attendista e garantista.

Al momento nessuno si sbilancia sulle possibili alternative circolate in queste ore - dal primo ministro croato Andrej Plenkovic alla presidente del parlamento Ue Roberta Metsola, fino allo stesso Antonio Tajani oltre a Mario Draghi, su cui vorrebbe puntare Emmanuel Macron - ma si fa notare che von der Leyen è in ogni caso la presidente in carica con cui è necessario mantenere rapporti istituzionali fino alla chiusura del mandato.

Da Fratelli d'Italia si ricorda che in ogni caso sulla questione vaccini il partito ha sempre chiesto trasparenza e che è doveroso accertare eventuali responsabilità.

Commenti