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La Lega sotto il tiro dei pm spara sulla magistratura: "Derubati da un giudice"

Salvini: "Con noi elezione diretta delle toghe. E daremo mano libera alle forze dell'ordine"

La Lega sotto il tiro dei pm spara sulla magistratura: "Derubati da un giudice"

Pontida (Bergamo) - Il tema dei giudici politicizzati irrompe sul pratone di Pontida, con i conti correnti della Lega (fino a coprire la cifra monstre di quasi 49 milioni di euro) appena sequestrati dal Tribunale di Genova per fatti che risalgono a sette anni fa, quando le casse del Carroccio le gestiva ancora Francesco Belsito, all'epoca tesoriere di Bossi, ora titolare di un bar. «Giustizia, giustizia» la parola, scandita due volte, che Matteo Salvini sceglie non a caso per iniziare il lungo comizio (più di un'ora) al raduno, dove parla solo lui per la Lega mentre i veterani del palco, da Bossi a Calderoli, restano in silenzio dietro le quinte («Il messaggio è chiaro: il grande capo sono io e voi non siete un c», sintetizza un vecchio colonnello).

In attesa di incontrare gli avvocati per capire come far andare avanti la macchina della partito con i soldi congelati, Salvini annuncia battaglia sulla giustizia, introdotto dal ruggito dello storico speaker di Pontida, il segretario bergamasco Daniele Belotti, sulle «vergognose sentenze che ci possono togliere i soldi ma non la libertà». «Noi abbiamo militanti condannati a pagare di tasca propria 15mila euro, col conto bloccato, perché hanno scritto su Facebook che le coop si arricchiscono con l'immigrazione clandestina. E abbiamo un giudice che è entrato di notte nelle sedi della Lega a ripulire le vostre tasche, a portare via non il finanziamento pubblico che non prendiamo più, ma i 10-20 euro di contributi dei pensionati, degli studenti, degli operati e degli artigiani che credono nel nostro progetto. Ma se pensano di bloccarci rubandoci il frutto del nostro lavoro hanno sbagliato a capire, andiamo avanti più arrabbiati di prima!», urla Salvini a cui risponde il boato dei militanti. E lancia la prima proposta di legge che verrà presentata «l'anno prossimo, quando saremo al governo», cioè l'elezione diretta dei giudici, «giudici eletti direttamente dal popolo, e chi sbaglia paga, chi sbaglia paga», anche questo concetto scandito con il bis. Per una legge da fare, ce ne sono «due liberticide» da cancellare, la legge Mancino e quella Fiano, perché «le storie e le idee non si processano in un paese libero, lo facevano in Urss». E poi la sicurezza: «Daremo mano libera a uomini e donne delle forze dell'ordine per darci pulizia e sicurezza».

Giustizia a orologeria, con le elezioni alle porte? Il timing del Tribunale è sospetto per il segretario: «Voi capite che l'iniziativa di alcuni magistrati di questi giorni non è casuale». Alcuni, però, mentre agli altri Salvini fa un appello: «A nome di 60 milioni di italiani, chiamo ad una reazione di orgoglio i migliaia di magistrati che fanno bene il loro lavoro e non usano le sentenze per fare politica». E fa un nome, quello di Carlo Nordio, l'ex procuratore di Venezia che sul provvedimento delle toghe di Genova si è espresso in modo molto critico («un atto politico»). «Ecco, per mettere mano alla riforma della giustizia chiameremo tanta gente per bene come Nordio». Ed è il «giuramento» che propone anche il governatore azzurro Giovanni Toti sul palco (mai successo a Pontida), una «riforma della giustizia insieme alla parte migliore della magistratura» come priorità del futuro governo di centrodestra. Non sarebbe la prima volta per Nordio. Nel 2002, con il leghista Roberto Castelli al ministero della Giustizia, fu chiamato proprio lui a riformare il codice penale.

La coreografia dominata dallo slogan «Salvini premier» su fondo blu (il modello è la campagna di Trump), i tre governatori Maroni, Zaia, Toti - come modello della coalizione che lo sosterrà, spiegano cos'ha in mente il leader leghista. Di intese coi grillini non c'è molta aria: «È spuntato il funghetto Di Maio. Li scelgono con i click. Di Maio ha scoperto l'immigrazione clandestina, ci ha messo qualche anno, però hanno votato l'abolizione del reato di clandestinità insieme a Renzi. Chiacchieroni».

Il programma del governo Salvini: via il Jobs act, via il decreto Lorenzin sui vaccini, via la Buona Scuola del Pd, «ultima chance alla Ue» con la revisione dei trattati sulla sovranità, abolizione di Equitalia, galera per i banchieri ladri, più culle oltre al Pil.

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