Politica

Legate e stuprate a 14 anni Arrestati due rom bosniaci

I violentatori le avevano adescate su Facebook Le vittime per un mese non hanno parlato

Tiziana Paolocci

Adescate su Facebook e violentate a quattordici anni. Due studentesse romane sono finite nella trappola di due rom e per più di un mese hanno convissuto con questo atroce segreto. Poi sono scoppiate in lacrime e hanno raccontato l'orrore alle loro famiglie.

È accaduto a maggio, ma le ragazze hanno trovato il coraggio di ripercorrere quell'incubo solamente a luglio. E ieri per i responsabili del duplice stupro, nati a Roma da famiglie di origini bosniache e domiciliati in un campo nomadi, si sono aperte le porte della prigione, a conclusione di dettagliate indagini, condotte dai carabinieri della Stazione di Roma Tor Sapienza. L'accusa per loro è di violenza sessuale di gruppo continuata e sequestro di persona in concorso.

A inchiodarli le testimonianze delle ragazzine, che sono state ascoltate con le cautele di legge, in quanto minori, ed entrambe hanno fatto la stessa ricostruzione di quanto accaduto. Hanno infatti raccontato che una delle due aveva conosciuto, tramite un social network, il ventunenne. Tra i due era nata una corrispondenza telematica, andata avanti per giorni e giorni. Dopo un po' di tempo la quattordicenne aveva accettato di incontrarlo e all'appuntamento aveva portato anche una sua amica.

Quel giorno il ventunenne, sotto la minaccia di morte, le aveva costrette a seguirlo in un terreno nascosto alla vista dei passanti, una zona boschiva che si trova nei pressi della Collatina. Qui avrebbe abusato sessualmente di loro, mentre il suo amico ventenne faceva da palo, per controllare che non si avvicinasse nessuno. Lo stupro era avvenuto dopo che entrambe erano state legate, per impedire loro di allontanarsi e di chiedere aiuto.

La paura e la vergogna, sulle prime, ha impedito alle studentesse di spiegare ai familiari quanto era avvenuto. Quella sera erano rientrate a casa, facendo finta di niente e non si sono mai recate in ospedale per farsi visitare. Forse avrebbero voluto dimenticare, lasciarsi tutto alle spalle, ma non ce l'hanno fatta. I genitori le hanno accompagnate a luglio a denunciare l'accaduto ai carabinieri.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, hanno consentito alla fine di identificare i due uomini. La cattura è scattata la scorsa notte. «Abbiamo diramato le ricerche, ci siamo attivati e siamo riusciti a rintracciarli - precisa il maggiore Antonino Spinnato -. Siamo andati senza clamore, in modo discreto per evitare che scappassero». I violentatori sono stati rintracciati nella zona di Tor Sapienza. «Da nomadi non hanno un domicilio fisso - racconta il militare -. Al momento della cattura, uno era per strada, l'altro in una baracca nel campo nomadi di via di Salone. Ma non hanno nemmeno tentato di fuggire. Ormai noi usiamo spesso i social per monitorare varie tipologie di attività criminali ed è innegabile che l'utilizzo di questi abbia ormai un peso sociale».

Il Giudice per le indagini preliminari ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare, che li ha portati dritti dritti nel carcere a Regina Coeli, dove ora sono rinchiusi in attesa del processo.

Prima dei fatti, uno era incensurato, l'altro aveva precedenti e sembrerebbe che il ventunenne abbia abusato delle giovani vittime, mentre il complice lo proteggeva.

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