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Leghista choc: butta gli stracci di un clochard

Leghista choc: butta gli stracci di un clochard

C'era una volta un vicesindaco e un assessore. No, non è una favola per bambini. È la brutta realtà. Quella di un vicesindaco che si vanta di aver buttato via le coperte di un senzatetto e quella di un assessore che riscrive la canzoncina sulla Befana in chiave anti migranti. Storie choc che hanno messo nella bufera due amministratori del Friuli-Venezia Giulia.

Abiti e coperte abbandonate, forse per pochi minuti, da un clochard. Non ci ha pensato due volte il vicesindaco leghista di Trieste, Paolo Polidori, in nome della tolleranza zero del suo Capitano. «Sono un normale cittadino che ha a cuore il decoro della sua città», spiega candido in un post su Facebook (poi rimosso) in cui racconta che ha visto un ammasso di stracci buttati per terra, coperte, giacche, un piumino e altro e li ha buttati. «Non c'era nessuno - scrive Polidori nel post - quindi presumo fossero abbandonati. Li ho raccolti e li ho buttati, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto». Il vicesindaco rincara la dose scrivendo che «chi dorme per strada sono senzatetto volontari» e che «la persona in questione ha rifiutato di farsi accogliere, per cui il presupposto che questo non abbia un riparo, che starà al freddo, e via dicendo, è assolutamente infondato».

Nelle stesse ore, a Monfalcone, città poco distante sempre a guida leghista, l'assessore comunale alla Sicurezza Massimo Asquini, pubblicava sui social la sua versione razzista della canzoncina sulla Befana. «Il migrante vien di notte con le scarpe tutte rotte; vien dall'Africa il barcone per rubarvi la pensione; nell'hotel la vita è bella nel frattempo ti accoltella; poi verrà forse arrestato e l'indomani rilasciato». Parole che hanno provocato la reazione dell'opposizione, che ha chiesto le dimissioni dell'esponente leghista e «la convocazione di un consiglio comunale urgente, con la presenza del questore e del prefetto». L'interessato fa spallucce: «Non c'è nulla di offensivo, è quello che tutti gli italiani pensano». E adduce pure una solida giustificazione: «La filastrocca non è roba mia, l'ho copiata dal web. Non è un'offesa per nessuno. È uno scherzo in tema con la leggerezza del giorno della Befana».

Meno male le feste son finite.

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