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La leghista a Salvini: "Isolati in Europa, entriamo nel Ppe"

La leghista a Salvini: "Isolati in Europa, entriamo nel Ppe"

«A me il discorso di Ursula von der Leyen è piaciuto. Io avrei votato a favore». Gianna Gancia, europarlamentare della Lega, membro della commissione Deve per lo sviluppo ed Econ per i problemi economici e monetari, è erede della nota famiglia di imprenditori piemontesi di tradizioni liberali. Lumbard della prima ora e dal 2005 moglie dell'ex ministro leghista Roberto Calderoli, si era opposta alla decisione del gruppo leghista di votare contro la presidente della Commissione europea. Oggi conferma e aggiunge: «Credo che la Lega dovrebbe aderire al Partito popolare europeo».

Perché crede che la Lega dovrebbe entrare nel Ppe?

«Non credo che la nostra collocazione nel gruppo dell'estrema destra europea sia coerente con la nostra storia. La Lega è nata con uno spirito liberale, federalista e ora è di popolo. Non credo che il nostro elettorato sia estremista e xenofobo. Bisogna guardare alla parte liberale e prevalentemente cattolica».

Salvini si è detto contrario a quest'ipotesi, Giorgetti invece è possibilista. C'è una spaccatura nella Lega?

«Non parlerei di spaccatura ma di dialettica interna, che credo faccia bene in un partito grande come la Lega. La Lega ha tante anime, anche se Salvini rimane il capo indiscusso e alla fine deciderà lui. Io sono convinta che sia ora che la Lega esca dall'isolamento di Identità e democrazia per entrare nel Ppe».

La Lega è nota per le posizioni antieuropeiste. Come si conciliano con l'ingresso in un partito di cui fa parte anche la Merkel, tanto attaccata da Salvini?

«Credo sia necessario dialogare con tutti i paesi dell'Europa, inclusa la Germania. L'Europa va cambiata ma sono i nostri elettori, prima di tutto le imprese, a chiederci di uscire dall'isolamento e avere posizioni meno estremistiche per liberarci dal cordone sanitario che ci impedisce di incidere. Penso che Salvini abbia l'intelligenza politica per adeguarsi a livello europeo alle nuove dimensioni del partito. Io credo nel Ppe ma ci sarebbe anche il gruppo dei Conservatori e riformisti di cui fa parte Fdi».

Lei è cattolica? Magari è passato del tempo, ma in molti ricordano ancora le prime nozze di suo marito in rito celtico...

«Nella Lega è stato fatto un salto, ritengo fondamentale l'apertura del cardinale Ruini e spero che la Chiesa si avvicini e non mantenga un atteggiamento di diffidenza e chiusura. Io sono cristiana nel senso in cui lo scrisse Benedetto Croce: non possiamo non dirci cristiani, eredi di quella tradizione e quei valori».

La polemica sulla posizione della Lega nei confronti della senatrice Segre e della commissione è stata forte. Lei che ne pensa?

«Avevo già condannato senza se e senza ma gli episodi di fanatismo e antisemitismo di Pontida, con gli insulti a Gad Lerner e i cori antisemiti. Liliana Segre ha tutta la mia solidarietà ma da liberale non credo che una Commissione ad hoc risolva il problema, anzi ritengo che crei un'arma che potenzialmente possa essere usata in maniera distorta e limitare la libertà d'espressione.

Penso sia più utile un lungo lavoro culturale».

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