Elezioni Regionali 2018

Un leghista a testa in giù: l'inquietante post su Facebook

Un candidato leghista in Lombardia denuncia: su Facebook un post in cui è ritratto a testa in giù

Un leghista a testa in giù: l'inquietante post su Facebook

Nel pieno della campagna elettorale emerge un post inquietante sul profilo del già noto Francesco Emilio Giordano, condannato a 30 anni e 8 mesi, in appello divenuti 21 anni, per l’omicidio di Walter Tobagi; pena finita di scontare nel 2004 e oggi a capo di “Potere al Popolo”.

Lo scorso 11 febbraio infatti Giordano pubblicava una locandina raffigurante il candidato milanese della Lega, Massimiliano Bastoni, a testa in giù. Un simbolismo più che evidente.

Non contento, in un commento sottostante ringraziava una utente che gli consigliava di raddrizzare l’immagine dicendo: “Ingrid potessi dargli fuoco lo farei…va bene così…comunque ti ringrazio per il consiglio…davvero grazie…è un essere schifoso e siccome sta leggendo sa quello che penso e la fine che non solo gli auguro”.

Un’esternazione che ha destato serie preoccupazioni. Immediata la replica di Massimiliano Bastoni: “Questa è la politica di quei personaggi che parlano di anti-fascismo, di anti-razzismo, che vanno alle manifestazioni per la pace ma che poi augurano ai propri avversari politici di finire a testa in giù. Spiace tra l’altro che questi personaggi sfilino con esponenti politici alle varie manifestazioni quando invece dovrebbero essere tenuti lontani dalla politica visto il comportamento. Questo è il risultato della criminalizzazione della Lega e dei suoi esponenti, descritti e additati come “neo-nazisti”. In ogni caso sia chiaro che ho già acquisito le immagini e mi riservo di agire in sedi opportune”.

Del resto Giordano sul proprio profilo Facebook interveniva anche su un articolo che trattava l’aggressione nei confronti di Giorgia Meloni a Livorno definendola “troppo poco. Livorno è rossa”. In un altro post scriveva: “porci leghisti più porci dei fascisti leghisti”. Giordano si scagliava poi contro Arci e Libera per aver condannato le violenze contro le Forze dell’Ordine alle manifestazioni anti-razziste di Piacenza e Macerata: "Le associazioni più ipocrite e più vili..s'indignano appena gli tocchi un loro amico in divisa...l'altro giorno hanno massacrato di botte un compagno mentre andava a lavorare e nessuna di queste merde ha preso carta e penna per indignarsi..Servi dei servi..”

Sul profilo di Giordano compaiono poi costantemente post e immagini che inneggiano alla “resistenza palestinese” e contro lo Stato di Israele ma anche contro le Forze dell’Ordine.

E’ evidente che si è di fronte a un problema molto serio per quanto riguarda quella retorica radicale che rischia di porre le basi per ciò che può poi diventare violenza politica. Quanti estremisti di stampo islamista sono stati espulsi per aver pubblicato post che inneggiavano alla jihad, giustamente considerati un pericolo per la sicurezza nazionale. I colori ideologici possono cambiare ma i meccanismi di radicalizzazione sono i medesimi.

In questo caso siamo di fronte a un soggetto che dopo aver posizionato l’immagine di uno suo avversario politico in maniera già simbolicamente inaccettabile ha addirittura scritto “potessi dargli fuoco lo farei” e “sa quello che penso e la fine che non solo gli auguro”.

Se non si provvede repentinamente con dei provvedimenti volti a stroncare questo tipo di violenza verbale si rischia grosso.

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