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"Legittima difesa, si cambia. Non si processa chi si tutela"

Salvini chiama Pacini e insiste sull'accelerazione della legge: «Il mestiere di rapinatore comporta dei rischi"

"Legittima difesa, si cambia. Non si processa chi si tutela"

Sarà interrogato oggi Fredy Pacini, il gommista di Monte San Savino, nell'Aretino, che alle 4 di mattina di mercoledì ha ucciso Vitalie Tonjoc, moldavo di 29 anni, entrato nel negozio per rubare e sorpreso dal titolare, che da tempo si fermava a dormire in azienda. Sarebbero state sei le denunce in quattro anni, di cui solo due a seguito di un furto consumato, e non 38 come dichiarato inizialmente. Pacini è attualmente indagato per eccesso colposo di legittima difesa e ha manifestato sin da subito la sua disponibilità a essere ascoltato dal pm Andrea Claudiani, titolare dell'indagine. Oggi è anche il giorno dell'autopsia di Tonjoc, che sarà effettuata all'ospedale San Donato di Arezzo. L'esame, oltre alla perizia balistica, potrebbe essere decisiva per capire di quale reato dovrà rispondere il gommista.

Nessuna traccia nel frattempo del complice del rapinatore ucciso, che dopo il tragico assalto al capannone di via della Costituzione, nella zona industriale del paese aretino, è riuscito a fuggire mentre il complice finiva dissanguato per i coli sparati da Pacini, che ha mirato alle gambe ma ha reciso l'arteria femorale del giovane malvivente.

Ieri il ministro dell'Interno Matteo Salvini è tornato sulla riforma della legittima difesa, che dovrebbe entrare in vigore l'anno prossimo. «Dal 2019 chi si difende in casa sua, nel suo negozio, nel suo capannone dopo l'ennesima rapina, non potrà essere processato, perché il lavoro del rapinatore è un duro lavoro che comporta dei rischi e non deve essere l'aggredito a doversi difendere». La riforma è già passata all'esame del Senato.

Salvini ha annunciato che sarà presto a Monte San Savino per capire «come ministro dell'Interno quanti agenti, quante videocamere posso portare in dotazione» in un paese «all'uscita dall'autostrada, che mi dicono essere un bancomat per i delinquenti che vanno a botta sicura: prendono, rubano e scappano e nessuno li becca. Non ho disturbato il commerciante di cui comprendo lo stato d'animo. Gli ho lasciato il numero e quando vuole mi può chiamare da ministro o da semplice cittadino».

Dalla parte di Pacini sembrano essere tutti o quasi. I suoi compaesani, che conoscono bene il Far West dell'area e che da subito lo hanno applaudito. Il gruppo della Lega nel consiglio regionale toscano, che chiedono di «individuare nella variazione di bilancio la possibilità di contribuire, fino a un massimo di 10mila euro, alle spese legali che, qualora fosse incriminato del reato di eccesso di legittima difesa per l'uccisione di un rapinatore, debbano essere sostenute da Fredy Pacini». Confartigianato Imprese Toscana, secondo cui «la vicenda del nostro associato mostra in maniera lampante quanto ancora ci sia da fare sul fronte delle garanzie elementari per cittadini e imprenditori». Il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, secondo cui «in Italia fino adesso c'è stato troppo lassismo nei confronti degli aggressori e di chi entra nelle nostre case. Sono contrarissima all'attuale legge sulla legittima difesa, perché pretende che il soggetto aggredito debba fare una sorta d'indagine prima di poter reagire, cioè deve vedere se c'è un imminente pericolo. Quindi di notte una persona che sente dei passi in casa dovrebbe scrutare tutte le stanze e capire in che posizione sia l'aggressore. Questo è impensabile».

Gli unici fuori dal coro sono gli esponenti del Pd. Come Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e aspirante leader democratico, secondo cui i cittadini devono pretendere «che sia lo stato a difenderci. Se c'è bisogno di sicurezza urbana, lo Stato la rafforzi perché non è accettabile che una persona sia, così, alla mercè della insicurezza». «È anche sbagliato il messaggio - prosegue Zingaretti appena uscito dal Viminale dopo un incontro con lo stesso Salvini - di dire noi non ce la facciamo, compratevi una pistola e pensateci voi.

Penso che anche questo sia un messaggio pericoloso».

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