Politica

L'egiziano no global condannato a 4 anni

Moustafa Elshennawi pagherà 50mila euro al Comune di Piacenza

Screenshot video il Piacenza
Screenshot video il Piacenza

Non è rimasto impunito il gesto di Moustafa Elshennawi, l'egiziano 23enne che lo scorso 10 febbraio a Piacenza aggredì, ferendolo a una spalla, il brigadiere capo Luca Belvedere, che fu poi operato a Firenze. Al giovane il tribunale di Piacenza ha dato 4 anni e 8 mesi di reclusione, con rito abbreviato (quindi pena ridotta di un terzo), a cui si aggiungono 50mila euro di risarcimento al Comune di Piacenza per aver danneggiato l'immagine della città. Il giudice Stefania Di Rienzo ha, infatti, accolto la richiesta del pm Emilio Pisante.

Come si ricorderà, Elshennawi fu fermato insieme ad altri due violenti, Giorgio Battagliola e Lorenzo Canti, che si erano distinti durante gli scontri con le forze dell'ordine nel corso della manifestazione contro Casapound a cui avevano partecipato anche alcuni sindacati di estrema sinistra. Dal carcere sia Battagliola che Canti scrissero lettere «ai compagni» affermando di non essersi pentiti del gesto. Elshennawi era accusato di violenza, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate nei confronti del carabiniere ferito.

L'egiziano, in particolare, nel corso delle cariche aveva notato Belvedere inciampare, aveva preso il suo scudo e con quello lo aveva colpito ripetutamente. Altri manifestanti lo avevano preso a calci e botte, usando anche spranghe e lo stesso manganello del carabiniere. Nonostante ciò, il militare era riuscito a rialzarsi e a raggiungere velocemente i colleghi. Poco dopo era stato soccorso da alcuni vigili urbani presenti sul posto. Negli scontri rimasero feriti anche altri agenti.

Il legale di Elshennawi, Eugenio Losco, ha spiegato: «Il mio assistito ha capito di aver sbagliato, è ragazzo molto giovane e incensurato, non comprendo perché sia stata data una pena così elevata, in considerazione anche del fatto che avevamo scelto di fare un rito abbreviato e ciò comporta una riduzione di un terzo della pena». Ha quindi annunciato il ricorso contro la sentenza e la richiesta di arresti domiciliari.

«Moustafa - ha proseguito - ovviamente ha commesso uno sbaglio e il fatto è grave, ma la pena richiesta non si giustifica ugualmente, poiché non sono state riconosciute le attenuanti generiche quali la giovane età e l'essere incensurato». Anche l'ex ministro dell'Interno, Marco Minniti, aveva commentato i fatti, a suo tempo, ricordando che episodi così «non devono rimanere impuniti». La presidente dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime, avvocato Elisabetta Aldrovandi, è invece di un altro parere: «La pena è troppo bassa - chiarisce - tenuto conto che un anno di carcere corrisponde a nove mesi e fra tre anni il condannato uscirà.

Il risarcimento danni è simbolico, quando mai lo pagherà?».

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