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L'emergenza arriva a Porto Empedocle. Nel Palasport andranno 600 persone

Nella città dell'agrigentino creato un nuovo centro per offrire riparo ai migranti appena sbarcati. Le proteste dei ristoratori

L'emergenza arriva a Porto Empedocle. Nel Palasport andranno 600 persone

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L'emergenza arriva a Porto Empedocle. Nel Palasport andranno 600 persone

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Non bastava Lampedusa. Adesso l'emergenza migranti si estende pure a Porto Empedocle, terra di sbarco di stranieri che vengono quotidianamente trasferiti dalla maggiore isola delle Pelagie per alleggerire il sempre strapieno hotspot. Un'estate davvero hot sul fronte dell'immigrazione illegale. E la prefettura di Agrigento, che non ha conosciuto sosta all'attività di reperimento dei centri in cui ospitare i migranti su e giù per lo Stivale, si è ancora una volta dovuta rimboccare le maniche per studiare un piano per fronteggiare la situazione. Nessuno stop, però, agli approdi, ma soluzioni per accogliere i sempre più numerosi migranti che salpano dai porti tunisini in particolare, ma anche da quelli libici, per giungere in Italia. A Porto Empedocle a giorni ci saranno tre tendoni, uno dei vigili del fuoco e soccorso pubblico di Palermo e due della Protezione civile regionale, che saranno montati in area sbarchi. Qui circa 300 migranti troveranno riparo, mentre finora sono rimasti sotto il sole e, di notte, all'addiaccio, in attesa del trasferimento nella struttura individuata. Un incontro fugace quello dei migranti con i turisti che attendono che i traghetti di linea, gli stessi da cui sono scesi i migranti, vengano ripuliti e possano condurli alla meta desiderata. Presto a Porto Empedocle sarà pronto il Palasport per ospitare circa 600 persone per il tempo necessario, un giorno e una notte al massimo nei piani del prefetto Filippo Romano, prima di trasferirle nei centri definitivi. Qualche intervento è necessario, anche perché la struttura è dismessa da tempo in quanto inagibile per lo svolgimento delle attività sportive.

La decisione ha destato il malcontento del titolare di un locale che sorge a pochi metri di distanza, Alfonso Crapanzano, e dei dipendenti che si sono incatenati alle strutture. «Non protestiamo per contrastare l'apertura del centro spiega Crapanzano disperato ma per proteggere questi ragazzi che mi danno da vivere e vivono con me. È una struttura inagibile da 10 anni che per magia, in una notte, è divenuta agibile. Manderò i miei dipendenti a chiedere l'elemosina, perché ho già dato incarico al mio consulente di chiudere l'attività. I migranti dobbiamo aiutarli, ma per prima cosa io preferisco aiutare i miei dipendenti».

La protesta ha rallentato le operazioni necessarie prima di spostare i migranti, in 1.100, dall'area di transito, ma, per poco più di 200 che sono stati trasferiti in una struttura, ne sono arrivati circa 600. Il flusso migratorio non accenna a scemare. Dopo i 912 migranti approdati domenica a Lampedusa, per la maggior parte partiti da Sfax, dalla mezzanotte a ieri mattina ne sono sbarcati 240. I migranti presenti nell'hotspot ieri erano 1.764 e poi sono iniziati gli 800 trasferimenti a Porto Empedocle. In giornata ci sono stati due sbarchi autonomi. Sono due gruppetti di 15 e 8 tunisini salpati da Monastir e da Chebba, fermati dalle forze dell'ordine. «La barca è mia. Ci siamo autofinanziati per comprare 6 taniche da 20 litri di carburante» ha detto uno degli 8. Il barchino era alla deriva senza motore. Stando alle dichiarazioni dei migranti, il propulsore si è perso durante la navigazione, ma si presume che l'intera operazione sia invece opera dei pirati che solcano il Mediterraneo. Anche la giornata di ieri è stata funestata da un naufragio avvenuto al largo di Sfax: sono morti 5 migranti, 7 risultano dispersi.

Sul natante erano in 35, per lo più tunisini.

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