Politica

L'Emilia "democratica" dà la caccia a Salvini. "Libererò la Regione"

Contestazioni e minacce al leghista in tour «Molti elettori del Pd stavolta votano per me»

L'Emilia "democratica" dà la caccia a Salvini. "Libererò la Regione"

Giornata piena per Matteo Salvini, osteggiato dalla sinistra in tutta l'Emilia-Romagna, dove è a fare campagna elettorale per Lucia Borgonzoni. Per Repubblica ieri sarebbe stato contestato all'Antoniano di Bologna, dove si è tenuta la consueta festa del Sap, in realtà i rappresentanti del Sindacato autonomo di polizia fanno sapere che niente di tutto ciò è successo, ma che nella giornata di domenica alcuni anarchici si sono presentati di fronte al teatro e ne hanno imbrattato le pareti con accuse precise al Sap, al deputato leghista Gianni Tonelli e a Salvini. «Ci hanno lanciato chiare minacce di morte - spiega l'onorevole - scrivendo a me che mi seppelliranno. Ciò che di solito scrive Repubblica è il contrario della verità». Concetto ripreso anche da Salvini, che durante il suo tour elettorale in giro per l'Emilia-Romagna ha spiegato che il quotidiano ha scritto «piazze piene, ma non troppo», elogiando, invece, gli altri giornali.

A Salvini alcuni contestatori avrebbero detto: «L'Antoniano è un posto di inclusione. Ma cosa viene a fare qua? Ma va là...», «Vattene via», «Vergognati, vai a casa tua». E ancora: «Questa è la festa dei bambini. Lui è un politico, non è un bambino. Cialtrone».

In realtà la «contestazione» ripresa da Repubblica in un video non è che lo sfogo di due cittadini, marito e moglie, che da lontano hanno gridato le frasi incriminate all'ex ministro dell'Interno. «Andando in giro per le piazze - ha chiarito il leader della Lega - incontro tanta gente che mi confessa che per anni ha votato la sinistra e ora vota Lega perché il Pd è diventato il partito delle banche». Salvini era da solo, senza la candidata alla Regione Lucia Borgonzoni. «È a Ferrara - ha spiegato il Capitano -, ci dividiamo. Quando io sono in Romagna lei è in Emilia, quando io sono in Emilia lei è in Romagna. Siamo in due, a differenza di altri non ci vergogniamo di quello che rappresentiamo. Altri nascondono i simboli dei loro partiti, i parlamentari dei loro partiti».

Il tutto mentre l'avversario Bonaccini con un tweet attacca: «Mi dispiace Matteo, ma in tutti i sondaggi siamo davanti noi. Altrimenti non saresti qui tutti i giorni a sostituire la tua candidata. Solo che tu in Emilia-Romagna sei ospite, mentre io sono di casa: il 27 gennaio tu tornerai a Roma, io sarò qui. Avete brindato troppo presto, fidati». La replica non tarda ad arrivare: «Mentre noi oggi con la Lega riempiamo le piazze romagnole di gente sorridente che vuole cambiare, Bonaccini si vergogna del Pd e rosica su Facebook. Il 26 gennaio non saranno semplici elezioni, sarà una festa di popolo e di partecipazione: dopo cinquant'anni, si cambia!». E ancora: «Riassumendo: il Pd non mi vuole in piazza a Bondeno, a Faenza mi vogliono contestare le cosiddette Sardine e alcuni Rioni limiteranno gli accessi, a Vigarano hanno organizzato una manifestazione anti-Lega, a Bologna c'è polemica per la mia partecipazione alla festa del Sap (che in passato aveva ospitato altri politici). Nella notte, proprio a Bologna, sono apparse scritte minacciose e gli anarchici hanno impedito ai cittadini di avvicinarsi ai gazebo di Lucia Borgonzoni.

Siamo in un Paese democratico o in un regime comunista che soffoca il dissenso? In ogni caso - conclude -, non ci facciamo intimidire! Con la forza delle idee e del sorriso libereremo l'Emilia-Romagna!».

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