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Leonardo, l'ultima scoperta Trovati i suoi discendenti

Dopo una ricerca durata 43 anni, due studiosi hanno scovato gli eredi del genio. E il suo dna

Leonardo, l'ultima scoperta Trovati i suoi discendenti

Quando hanno messo mano alle sue carte hanno trovato di tutto: teoremi sulla statica e il moto dei fluidi, ricerche sulla trasformazione dei solidi e sui centri di gravità, studi sui concetti di forza, di impulso e di inerzia, ricerche sugli specchi, sulla rifrazione e sulla visione, persino appunti sulla compressibilità dell'aria in rapporto con il volo degli uccelli. Ma nemmeno un indirizzo dei parenti, un'agendina con i numeri di telefono (hai visto mai che l'avesse inventato quattro secoli prima di Meucci?), un albero genealogico, impossibile come quello ritratto nell'Annunciazione, una specie, quella dipinta, che sarebbe comparsa solo nell'Ottocento. Vedeva il futuro ma non ha lasciato bigliettini per i posteri come il «Doc» Emmett L. Brown di Ritorno al futuro. Così per ricomporre la discendenza del più grande genio dell'umanità, più misteriosa del Codice da Vinci che pure proteggeva, secondo il vangelo di Dan Brown, la pronipote di Gesù Cristo in persona, c'è voluta la tenacia un po' folle di Alessandro Vezzosi, storico dell'arte e leonardista di fama internazionale, che ha dedicato quarantatrè anni della propria vita, granelli di sabbia di fronte all'eternità, a dare a Leonardo una dinasty. «La famiglia di Leonardo da Vinci non si è estinta - ha annunciato quasi fosse la scoperta scientifica del secolo - Abbiamo trovato i suoi discendenti viventi». Li presenteranno al mondo giovedì 14 aprile, il giorno prima del compleanno di Leonardo, 564 e non sentirli, nel Teatro di Vinci, il paese di quasi quindicimila abitanti dove nacque.

Il realtà il lavoro di ricerca è stato tosto, uno studio multidisciplinare che ha portato Vezzosi e Agnese Sabato, storica pure lei e presidente dell'Associazione internazionale Leonardo da Vinci-Museo Ideale, a cercare e trovare tracce e documenti persino in Francia e in Spagna, per recuperare i luoghi di vita e di sepoltura dei suoi antenati e dei discendenti diretti di suo padre Ser Piero, notaio e figlio di notaio, e identificare discendenti oggi viventi, fin dopo quindici generazioni. E proprio in questa discendenza, promettono i due Indiana Jones, non mancherà la segnalazione di nomi sorprendenti. Ma non solo: «É importante anche per una ragione scientifica spiega Vezzosi - offrire anche la possibilità di risalire al Dna di Leonardo Da Vinci. Ma questo sarà oggetto di un prossimo convegno internazionale con scienziati di biologia e antropologia, con i quali stiamo già collaborando». Visto anche che i resti del Maestro, sepolti dal 1874, nella piccola cappella del Castello di Saint-Hubert, sulla Loira, sono presunti come conferma la scritta che c'è sopra la tomba. Hai visto mai che con la genetica prossima ventura non si possa ricreare il genio attraverso i geni.

E quindi, adesso che sono spuntati i pronipoti, che ne sarà dell'eredità Da Vinci, visto che la Gioconda da sola vale 670 milioni di dollari e il cenacolo conta trenta vistatori ogni quarto d'ora ogni giorno dell'anno? Marx lasciò alla figlia Eleanor e a chi dopo di lei 250 sterline, quasi 28.000 euro di oggi, Darwin 15 milioni, Dickens 8,5 milioni, il padre di Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle, possedeva tre milioni e mezzo di risparmi. Cosa si potrebbe pretendere quindi da chi ha inventato tutto? Meglio niente. Ovviamente si scherza. Come diceva William Hodding Carter II «ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali».

Possibilmente senza fare Icaro.

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