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L'eredità di Torino 2006: trampolini e piste carissimi in rovina dopo le Olimpiadi

Dopo nove anni le strutture costruite sono state abbandonate

L'eredità di Torino 2006: trampolini e piste carissimi in rovina dopo le Olimpiadi

Un esempio che vale su tutti. Quando erano stati costruiti i trampolini dello ski jumping a Pragelato ovviamente era stata scelta - al posto di una struttura provvisoria da smontare dopo i Giochi olimpici invernali di Torino 2006 - la soluzione più costosa in cemento armato da 34,3 milioni di euro. Era stata disboscata mezza montagna per creare due salti da gara e tre da scuola, col fine di proseguire l'attività agonistica, creare un vivaio di atleti e affittare l'impianto alle squadre internazionali.

Dopo nove anni il trampolino di Pragelato è una struttura abbandonata. Chiuso e inutilizzato anche il Jumping Hotel costruito alla base dell'impianto: un mega albergo da 120 posti letto. Uno striscione con le insegne del «Torino Olimpic Park» e la scritta «benvenuti!» accoglie tutti gli altri impianti olimpici ridotti allo sfascio. La pista di Cesana Pariol che ospitò le gare di slittino, bob e skeleton ha addirittura chiuso i battenti dopo essere costata 77,5 milioni di euro. La Parcolimpico srl - società mista pubblico-privato - che gestiva la pista di Cesana, si è arresa davanti agli elevati costi di gestione (1,5 milioni di euro nel 2010-2011).

Sempre a Pragelato è rimasta inutilizzata anche la pista olimpica di sci di fondo, un investimento di una ventina di milioni di euro per cablare i 10 chilometri dell'anello olimpico, mettere a norma la valle dal rischio alluvione, creare un lago per l'innevamento artificiale e acquistare 12 cannoni sparaneve. Stessa sorte all'impianto del biathlon di San Sicario costato 25 milioni di euro. Lo stadio che ospita il poligono di tiro è sommerso dalla neve. Gli atleti del comitato Fisi sono costretti ad allenarsi in altre province. Intorno al poligono, la pista del biathlon non è neppure battuta. L'impianto di illuminazione, costato 7 milioni di euro, sulla pista «Giovanni Agnelli» di Sestriere, simbolo delle gare di discesa, è spento. Le quattro palazzine del villaggio olimpico vicino, per anni in preda ai vandali, ora sono occupate da immigrati africani.

L'unica opportunità che si apre in Italia nell'ospitare le Olimpiadi è quella di non farle.

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