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L'esecutivo illude gli statali e ammette: ritoccheremo l'Iva

Promessi ai dipendenti pubblici 5,4 miliardi (che non ci sono). Gualtieri: «Rimodulazioni ma a saldo zero»

L'esecutivo illude gli statali e ammette: ritoccheremo l'Iva

Niente tagli alla spesa né una vera riforma fiscale. Sì ai soldi agli statali e la certezza che ci sarà una «rimodulazione dell'Iva» che in teoria è a costo zero, anche se nessuno ci crede.

L'incontro di ieri tra sindacati e il premier Giuseppe Conte era a destinato a finire in un nulla di fatto. Già da tempo i sindacati sono abituati a governi che, nella migliore delle ipotesi, li convocano per offrire una platea a ministri e premier. In questo caso il tema cardine sarebbe dovuto essere quello del cuneo fiscale. Il giudizio di Cgil, Cisl e Uil è simile a quello di Confindustria. Impossibile ottenere qualcosa in più rispetto all'impegno contenuto nella nota di aggiornamento del Def.

I tre confederali sono infatti entrati a palazzo Chigi con un obiettivo diverso, portare a casa più risorse per gli statali. Le federazioni del pubblico impiego sono deluse dalla Nadef. Il documento che fa da cornice alla prossima legge di Bilancio prevede solo 1,5 miliardi di euro nel triennio. Ma durante l'incontro il premier Conte si è impegnato su una cifra diversa, 5,4 miliardi di euro. Risorse che in realtà non ci sono, tanto che il primo tavolo tecnico aperto dal governo con le parti sociali, si è tenuto già ieri, dedicato proprio ai contratti dello Stato.

In generale nell'esecutivo prevale l'ottimismo. Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ieri ha affrontato l'appuntamento con Confindustria, e il prevedibile allarme sullo stato dell'Economia, ostentando tranquillità.

Le imprese dicono che la crescita è a rischio ed evocano un Pil a zero? Le stime di Confindustria sono «pre Nadef» e il prossimo anno «spero che saremo qui a commentare una crescita italiana ed europea che sarà in fase di sostanziale miglioramento».

La manovra spende ma non è espansiva? Un deficit 2020 al 2,2% permette di portare avanti una manovra «moderatamente espansiva» che avvia il taglio del cuneo fiscale «porta più soldi nelle tasche dei lavoratori» e disattiva le clausole ma «non completamente in deficit, mettendo così il debito in una traiettoria discendente». Insomma, una assoluzione piena sui conti e ottimismo sul futuro. Nonostante le richieste della maggioranza mettano a rischio già l'impianto della legge di Bilancio.

Qualche elemento nuovo emerge dalle parole del ministro. Ad esempio Gualtieri ha detto no a «ricette improvvisate» sulla spending review. Ma anche sulla riforma fiscale.

Poi il capitolo Iva. Confindustria non mai stata pregiudizialmente contraria ad aumenti e anche nel rapporto presentato ieri non la esclude per beni di consumo da redditi alti.

Una palla servita a chi nel governo preme per aumentare l'Iva. Gualtieri l'ha colta al volo: «Ho notato il parere favorevole su alcune forme limitate di rimodulazione dell'Iva che a gettito zero può avere un effetto positivo sulla redistribuzione del reddito».

Tradotto, la rimodulazione dell'Iva è una certezza, sarà fatta in modo da penalizzare i redditi alti. Il gettito zero è una condizione politica posta da Matteo Renzi difficile da implementare. Rispondendo a una domanda dell'ex viceministro all'Economia Massimo Garavaglia durante le audizioni sulla Nadef, Gualtieri ha ribadito che la rimodulazione «non sarà un pilastro» della manovra, servirà a incentivare i pagamenti digitali. Come dire, a bilancio non è contabilizzata come entrata. Ma non sia un aumento delle tasse è tutto da vedere.

Sul taglio dei bonus fiscali catalogati come dannosi per l'ambiente ha ribadito l'obiettivo di una riduzione da 1,9 miliardi. Poi sulla flat tax per le partite Ive, ha detto che «a titolo personale» vede delle criticità anche su quella già in vigore.

Possibili, quindi, modifiche anche sul regime attuale.

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