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La lettera di Berlusconi apre i congressi azzurri

Il Cavaliere: "Sarò in campo per una nuova Ue, ma pure contro chi vuole demolirla"

La lettera di Berlusconi apre i congressi azzurri

La risposta di Silvio Berlusconi alle polemiche, interne ed esterne, che amplificano le difficoltà del partito, arriva con una lettera che raggiunge 5mila coordinatori e quadri dirigenti di Forza Italia in tutte le regioni. Il leader annuncia la stagione dei congressi nei primi mesi del 2019, per portare avanti «il processo di rinnovamento» del partito, iniziato cambiando il 70% dei parlamentari. In molti chiedono la democrazia dal basso, dicono basta al verticismo e il Cavaliere replica: eccola. Ai congressi il voto per i rappresentanti azzurri in comuni e province sarà aperto non solo ai tesserati, ma anche al mondo di liste civiche, movimenti o singoli simpatizzanti che Berlusconi chiama l'Altra Italia. Per conquistarlo serviranno anche i «momenti di dibattito e di confronto» congressuali, in cui tutti dovranno «sentirsi partecipi» alla scelta della linea politica.

Il processo è irreversibile. Tra martedì e mercoledì prossimi il Cavaliere dovrebbe incontrare a Roma, con Sestino Giacomoni, i coordinatori regionali, proprio per organizzare l'azione di rilancio sul territorio che guarda alla campagna elettorale per le elezioni europee in primavera.

Si dice che Berlusconi non voglia candidarsi, ma il leader tranquillizza. Quello di maggio sarà un «appuntamento decisivo» e comunque «io sarò in prima linea, in campo con voi». Il Cavaliere è molto impegnato sul fronte Europa. Oggi incontrerà a Milano, con il suo vice e presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, il tedesco Manfred Weber, che secondo le previsioni sarà scelto come candidato del Ppe alla presidenza della Commissione Ue, al congresso di Helsinki dei primi di novembre.

Nella sua lettera Berlusconi spiega la posizione del partito sull'Ue: «cambiare profondamente» l'Europa, tornando ai «sogni e progetti dei padri fondatori», ad un'identità liberale e cristiana. Una linea che non è quella del governo gialloverde («chi vuole distruggere l'Europa»), né quella del Pd all'opposizione («chi vuole mantenere quest'idea di Europa»). Bisogna, avverte, «differenziarsi» da ambedue. E da Bruxelles annunciano il rientro nel gruppo azzurro, da Ap, del siciliano Giovanni La Via.

Dopo il risultato negativo del Trentino serpeggia la sfiducia e saltano i nervi e il Cav è irritato. Vuol dare la scossa. Non andrà sempre così, dice tra le righe, il futuro è «impegnativo e ricco di sfide importanti». L'ex premier ribadisce che presto «emergeranno le contraddizioni politiche di questo governo», destinato ad implodere anche per le proteste dei ceti produttivi e ringrazia in particolare Tajani, «la nostra bandiera in Europa», per l'impegno a gestire la stagione dei congressi.

Nei prossimi mesi, dunque, si giocherà la partita decisiva per Fi, che dovrà essere «pronta» al voto. Probabilmente verranno allo scoperto divisioni e malumori che oggi covano e si vedrà se possono essere superati. Giovanni Toti, che quotidianamente se ne fa portavoce attaccando i dirigenti, continua la sua disfida con gli altri big del partito. Ieri è stata la volta del portavoce dei gruppi parlamentari Giorgio Mulè, che ha risposto al presidente della Liguria: «Se sono paracadutato, lo sei anche tu. Esci allo scoperto, fai i nomi.

Basta critiche a come facciamo opposizione o sulla perdita di voti».

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