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L'Europa inizia a farci paura: i gialloverdi abbassano i toni

Giorgetti frena: "Basta polemiche con la Commissione". Di Maio cauto: "Bruxelles? Importante interlocutore"

L'Europa inizia a farci paura: i gialloverdi abbassano i toni

L'azzardo governativo sulla legge di bilancio arriva all'esame dell'Europa. Il conto alla rovescia è ormai iniziato. Domani la Commissione Ue renderà noto il proprio giudizio sulla manovra, giudizio che culminerà quasi certamente in una richiesta formale di modificare integralmente il quadro macroeconomico e di finanza pubblica, prima di aprire una procedura di infrazione per deficit eccessivo.

Di fronte a questo scenario apparentemente scontato il governo prova ad ammorbidire i toni e a lanciare qualche segnale in controtendenza, pur senza concedere aperture su un possibile taglio della spesa pubblica senza copertura contenuta nella legge di bilancio (come secondo alcune indiscrezioni avrebbe voluto fare il ministro dell'Economia, Giovanni Tria per arginare l'onda montante dello spread).

Il tentativo di abbassare la temperatura e dettare parole rassicuranti viene fatto da Luigi Di Maio e da Giancarlo Giorgetti. «La lettera di domani racconterà le ragioni della nostra manovra di bilancio e dirà anche che tra le clausole di salvaguardia, cioè i debiti che ci hanno lasciato i governi precedenti, e la minore crescita con il deficit quest'anno partivamo dal 2%, quindi lo sforamento è solo dello 0,4%» dice a In 1/2 Ora su Rai Tre. «Tutti gli interlocutori ci dicono che per l'Europa è importante essere riconosciuto come interlocutore. E io sono per questa impostazione. Ci dicono tutti che lo spread si sta impennando per il timore diffuso che questo governo voglia uscire dall'euro e dall'Europa. Ribadisco qui ma ci saranno ulteriori forme solenni per ribadirlo che non c'è un piano B, c'è solo un piano, il piano A, che è cambiare questa Europa e rimettere al centro i valori». Poi, una frecciata a Juncker e Moscovici: «Ci attaccano non per ragioni tecniche ma anche perché anche loro sono in campagna elettorale, tutto legittimo». E ancora: «Mi aspetto sicuramente una reazione della Commissione in cui si chiede di spiegare bene. Mi auguro che le spiegazioni in un lungo contraddittorio - ci deve essere concesso periodo credibile di contraddittorio - ci possano portare a condividere gli obiettivi».

Giancarlo Giorgetti, a sua volta, in una intervista al Messaggero, chiede «attenzione allo spread, che nuoce alle banche, e alla crescita». Invoca un dialogo con l'Unione europea attraverso una comunicazione «seria», che faccia parlare «il governo» e non le «mille voci, i mille protagonisti della maggioranza che spesso a vario titolo e in maniera scomposta portano avanti posizioni in contraddizione con la linea del governo. Deve finire la polemica fine a se stessa sulla Commissione europea e con i commissari europei». Giorgetti apre anche uno spiraglio sul contenimento del deficit «il 2,4% è il tetto massimo, ma non è detto che questo accada perché potrebbero esserci difficoltà anche operative. Il ministro dell'Economia ha la possibilità di monitorare e verificare l'andamento dei conti pubblici come in passato. Siamo gente responsabile e faremo le cose responsabilmente. Non possiamo tenere sempre il piede sull'acceleratore.

Se vediamo una curva dovremmo frenare e scalare di marcia e poi accelerare».

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