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Lezione dalla Germania: Merkel caccia i migranti. Renzi pensa a tutelarli

L'Italia invece promuove il loro inserimento nel mondo dell'occupazione

Lezione dalla Germania: Merkel caccia i migranti. Renzi pensa a tutelarli

Roma - Di fronte all'emergenza immigrazione, ogni Paese prende le contromisure che ritiene necessarie. La Germania, per dire, ha realizzato un video per mettere in guardia i migranti provenienti dai Balcani convinti di trovare l'Eden a Berlino. Quattro minuti di girato in cui la voce fuori campo invita a non sperperare i propri risparmi per entrare illegalmente in Germania. «Non pochi - ammonisce il video, mostrando immagini di rimpatri forzati - hanno creduto alle false promesse dei truffatori sul fatto che in Germania e negli altri Paesi europei fosse facile ottenere asilo, restare e guadagnare molto denaro». E invece, oltre ai soldi estorti dagli organizzatori del viaggio, avverte ancora la voce narrante del filmato, in caso di richiesta respinta vi toccherà anche pagare il costo del rimpatrio. Morale? «Restate nel vostro Paese, contribuite a costruire lì l'economia e il futuro vostro e dei vostri figli». Anche altri Stati Ue hanno prodotto video simili, per dissuadere gli aspiranti migranti prima che questi si mettano in viaggio.

L'Italia, invece, prima linea dei flussi di immigrazione, nell'ultimo Consiglio dei ministri ha varato il Piano nazionale contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza, presentato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il cui scopo, certamente meritorio, è promuovere «azioni specifiche per prevenire e/o rimuovere le discriminazioni», soprattutto in campo occupazionale. Più che pensare agli sbarchi e a come governare il flusso record del 2015 che segue i numeri già senza precedenti dello scorso anno, pare dunque che Palazzo Chigi si porti avanti col lavoro, pensando già a come contrastare le discriminazioni che potrebbero arrivare come conseguenza dell'immigrazione, di fronte alla quale il nostro Paese, terra di arrivo dei barconi della speranza, per l'esecutivo dovrebbe forse rassegnarsi. O insistere, con scarsi esiti, a sperare nelle «quote» Ue. Nel comunicato diramato al termine dell'ultimo Consiglio dei ministri, tra l'altro, poco sotto la notizia del «Piano contro il razzismo» viene liquidata in poche righe - e senza alcuna spiegazione dei contenuti - anche l'approvazione del decreto attuativo di due direttive europee. Si tratta delle norme relative all'accoglienza per i migranti richiedenti protezione internazionale, e anche se il governo Renzi non ha affatto pubblicizzato la cosa, la nuova normativa introduce tra l'altro l'estensione da tre a sei mesi del permesso di soggiorno riconosciuto ai richiedenti asilo, e prevede anche la possibilità dell'affidamento diretto per i centri di accoglienza in caso di flussi straordinari, un punto su cui all'indomani di quanto rivelato finora da Mafia Capitale c'è quantomeno da drizzare le orecchie.

L'approccio diverso dell'Italia e della Germania non conferma certo il luogo comune del Bel Paese patria dell'accoglienza e dei crucchi senza cuore. Il video tedesco, infatti, è rivolto alle popolazioni balcaniche, che provenendo da nazioni considerate «sicure», non hanno chance di vedersi accogliere la richiesta di asilo e rallentano l'iter a quanti ne avrebbero diritto solo per vedersi rispedire in patria a proprie spese. Entra chi deve, gli altri via. Un rischio che, per i furbi, in Italia è decisamente più basso. Nei primi sei mesi dell'anno, su 13.787 stranieri irregolari individuati ne sono stati rimpatriati solo 6.527.

Nemmeno la metà.

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