Cronache

"L'ha uccisa lui poi il suicidio" Ma gli amici non ci credono

"L'ha uccisa lui poi il suicidio" Ma gli amici non ci credono

Roma «Ricorda sempre il mio sorriso anche se devo andare in Paradiso». L'ha scritto otto mesi fa Domenico Raco sul suo smartphone, oggi è il suo testamento. Il suo profilo Whatsapp è anche un elemento chiave per gli investigatori che aspettano solo i riscontri autoptici per chiudere il giallo di via San Pancrazio, Torvaianica. Conferito ieri l'incarico al medico legale per l'esame sui corpi carbonizzati di Maria e Domenico. È stata l'ex guardia giurata a ideare e portare a termine il progetto di morte? Raco come Gianni Terra, la guardia di Torvaianica trovata morta in una fabbrica abbandonata di Santa Palomba? Prende consistenza, insomma, l'ipotesi più debole. Anche se chi conosceva il calabrese non ci sta. «Suicidarsi? Non era da Mimmo». Un «piccolo palazzo», un armadio, Micu i Palata, come lo chiamavano i suoi amici romeni per la corporatura robusta. Raco, 39 anni, seconda vittima del rogo mortale di Torvaianica, era una persona a modo. Benvoluto da tutti, da giorni amici e conoscenti riempiono le pagine dei social con messaggi strazianti. Domenico M., scrive: «Il tuo sorriso era uno dei rari sorrisi che illuminavano le giornate. Non so cosa dire amico mio. Non ho parole per quello che ti è successo, solo lacrime. Ci manchi tantissimo».

Quarto giorno d'indagine sulla morte di Maria Corazza e Domenico Raco, 48 e 39 anni, bruciati venerdì mattina alla periferia della cittadina balneare. I carabinieri di Pomezia e di Frascati stanno lavorando per ricostruire la personalità delle due vittime e i loro rapporti. Un amico fidato, Raco, o un amante insospettabile? Tanto da non far trasparire nulla, a cominciare dal convivente della donna, Maurizio Di Natale, 55 anni. Un ragazzo solo Domenico. Arriva a Pomezia per lavoro. Quando, poi, non gli rinnovano il contratto si mette a fare il pasticcere. Non era un violento, Micu i Palata. La pistola la cede subito. Una personalità squilibrata, tanto da mettere in atto un omicidio - suicidio come pensano gli inquirenti o è la seconda vittima di una feroce vendetta?

Raco, sui social è Domenico Ananino, viene da un paese della provincia di Reggio Calabria, Molochio. Non fa fatica a entrare nel giro di amicizie di Maria e Maurizio. Nonostante ciò, leggendo i post che pubblica, sembra una persona molto sola. «Qui giace l'amore che lega anche dopo la morte», ironizza il 4 giugno. Di Natale, pressato dal pm Giuseppe Travaglini, giura che si trattava di un amico carissimo, di cui si fidava ciecamente. Non crede all'ipotesi che i due fossero amanti.

Ma, allora, chi e soprattutto perché li ha uccisi? Sabato le autopsie e i primi risultati sui resti dell'auto.

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