Cronache

L'hamburger? È di larva In Svizzera gli insetti volano al supermercato

Da lunedì rivoluzione nelle Coop elvetiche E da gennaio potrebbe accadere pure da noi

L'hamburger? È di larva In Svizzera gli insetti  volano al supermercato

«Cameriere, c'è una mosca nella minestra». «Uh, mi spiace». «Ma no, posso averne altre?». Dialogo immaginario ma nemmeno troppo in un ristorante del futuro. Quello in cui gli insetti saranno nel menu.

D'accordo, non è una novità. Dell'entomofagia come svolta alimentare del futuro si discute da tempo, anche all'Expo milanese se ne parlò e ci fu anche la possibilità di qualche assaggio, per i più temerari (temerari, poi. Noi una larvetta un paio di volte l'abbiamo ingollata). Gli insetti sono perfetti per contribuire a risolvere la questioncella di dare da mangiare decentemente a una popolazione sempre maggiore (nel 2050 la Terra Spa raggiungerà i nove miliardi di dipendenti): tantissimi, sostenibili, iperproteici, pare anche buoni se appena si riuscisse a superare quel leggerissimo problema di disgusto che ci provoca spesso il solo vederne spuntare uno da dietro un armadio, figuriamoci farne uno spiedino.

Eppure quello che pensavamo essere un dopodomani, è davvero un domani. A pochi chilometri da noi è addirittura un oggi. In Svizzera, infatti, tra pochi giorni comincerà la vendita nei supermercati Coop di alcuni prodotti confezionati a base di insetti. E abbiamo detto Coop. Cioè un colosso della grande distribuzione, non un buffo negozietto per nerd dell'alimentazione. Lunedì prossimo, 21 agosto, sugli scaffali compariranno burger e polpette a base larve della farina (Tenebrio molitor) prodotti dalla Essento, una start up elvetica che da tre anni lavora con l'obiettivo di portare sulla tavola degli svizzeri insetti commestibili e per questo organizza cene, show cooking e ha perfino pubblicato un ricettario. I due prodotti, specifica Coop in un comunicato, «saranno disponibili in pochi supermercati Coop selezionati e su Coop@home». I punti vendita sono sette e per chi vuole c'è anche Lugano, a un tiro di schioppo da Milano. Poi, se i larvburger avranno successo «l'offerta sarà gradualmente ampliata nel corso dell'anno includendo un numero sempre maggiore di punti vendita e di prodotti».

Una rivoluzione, anche se gentile. Perché tutto sembra fatto per non épater le bourgeois affamati. I burger di larva infatti contengono anche verdure come sedano e porro e le polpette ceci, cipolla, aglio, coriandolo e altre spezie; la confezione è anodina (un'elegante packaging bianco, grigio e nero in cui l'unico riferimento agli insetti è una figurina assai stilizzata ben poco allarmante); e le polpette e i burger hanno la forma tradizionale e sono destinati a essere accompagnati da insalate, salse, pane che ne mimetizzeranno il gusto.

Una rivoluzione gentile ma pur sempre con le antenne. Frutto di una novità nella legislazione svizzera. L'ufficio federale della sicurezza alimentare di Berna ha dato il via libera alla commercializzazione senza autorizzazione specifica di tre specie di insetti: oltre alla larva della farina anche il grillo domestico (Acheta domesticus) purché adulto e la Locusta migratoria. Inizialmente la vendita sarebbe dovuta avvenire dal 1° maggio, poi c'è stato qualche ritardo burocratico (non esistono più gli Svizzeri di una volta).

Quello che ci schifa e ci scandalizza altrove è pane, anzi larva quotidiana. Nel mondo si consumano oltre 1900 specie di insetti, per lo più coleotteri e lepidotteri, ma anche vespe, locuste, cicale, cimici, termiti, formiche e api. E i bachi da seta così chic che gli esperti ritengono perfetti per l'Italia. Delizie che presto potrebbero finire sulle nostre tavole con l'entrata in vigore, prevista per il 1° gennaio 2018 del decreto legislativo Ue che apre ai cosiddetti «novel food»: insetti, quindi; ma anche alghe, alimenti ottenuti da materiali di origine minerali, da nanotecnologie o sintetici. C'è ad esempio l'hamburger creato in laboratorio da cellule staminali, quindi senza uccidere animali né consumare risorse. peccato che attualmente costi circa 10mila dollari al pezzo, un po' caruccio, effettivamente. Ma il prezzo dovrebbe scendere rapidamente e arrivare a una quotazione competitiva. Poi ci sono uova e formaggi prodotte da biochimici, che dribblano anche il rischio allergie.

Il futuro è in tavola. Come non avete fame?!

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