Cronache

Libano pronto a far la pace con Israele

Dopo l'accordo Trump il presidente Aoun apre. Ma a certe condizioni

Libano pronto a far la pace con Israele

Una dichiarazione bomba da parte del presidente libanese Michel Aoun rilasciata alla tv francese Bfm: il Libano è pronto alla pace con Israele. Però a precise condizioni: «Abbiamo ancora problemi e dobbiamo prima risolverli». Questa affermazione arriva dopo che Abu Dhabi e Tel Aviv hanno concordato di normalizzare le relazioni. La dichiarazione è ancora più scioccante perché il presidente per la sua ascesa ha beneficiato di un'alleanza di oltre dieci anni con Hezbollah, la forza militare più potente del Paese. Israele ha combattuto due guerre in Libano negli ultimi decenni e Hezbollah, il gruppo sciita finanziato dall'Iran, è profondamente radicato nel governo libanese. Lo stesso premier dimissionario Hassan Diab gli era molto vicino.

Aoun invece alla domanda su cosa pensasse del trattato degli Emirati Arabi Uniti con Israele di giovedì scorso, ha risposto che gli Emirati «sono un Paese indipendente». Una posizione in contrasto con l'indignazione dei palestinesi per l'accordo e una presa di distanza dall'iniziativa di pace della Lega araba del 2002, che lega la normalizzazione con Israele a un ritiro completo dalla Cisgiordania e da Gaza.

Questo accade in momento difficile per il Paese dei cedri. Molti hanno accusato Israele dell'attacco al porto di Beirut e Hezbollah per aver presumibilmente immagazzinato le sue armi lì. Anche il sottosegretario di Stato americano David Hale dal porto di Beirut ha dichiarato: «Qualunque cosa sia accaduta, non potremo mai tornare indietro a un'epoca in cui tutto va bene nei porti e ai confini del Libano». Ma sia Hezbollah che Israele hanno negato le voci di coinvolgimento israeliano. Hezbollah voce di Teheran nel Paese è la principale voce anti-israeliana nella regione oltre alla Turchia. Insieme, questi due paesi vogliono espandere la loro influenza nel Libano.

Hezbollah sulla tragedia del 4 agosto ha avvertitoche Israele «pagherebbe un prezzo uguale» se le indagini sull'esplosione del porto di Beirut rivelassero che Tel Aviv ha orchestrato un atto di sabotaggio. Ma ieri il patriarca maronita, Bechara Raï, in questo clima infiammato solcato da manifestazioni contro la classe politica, ha affermato che il popolo vuole un governo «per salvare il Libano» non «il potere».

«Siamo noi la vera rivoluzione», ha invece insistito Gibran Bassil genero di Aoun, odiatissimo dal popolo e leader della Corrente patriottica libera, partito fondato dal presidente.

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