Cronache

Libri, notizie e corsi: il futuro è del Podcast

Utenti triplicati in Italia, l'ascolto «on demand» piace «Una comunicazione senza fretta che allena la mente»

Libri, notizie e corsi: il futuro è del Podcast

Opinioni snocciolate sui social in 150 caratteri che se-no-non-le-legge-nessuno, video in diretta da pubblicare subito-subitissimo, commenti da ritwittare prima ancora di averli capiti. In rete tutto è velocissimo (e necessariamente superficiale). Se non ti adatti a quel ritmo sei fuori.

Però calma, c'è un canale che sembra invertire la tendenza e promuovere una specie di elogio della lentezza e all'approfondimento a cui ci siamo totalmente disabituati. È il Podcast, il file audio che si può scaricare sullo smartphone e ascoltare quando si vuole. Esiste da dieci anni buoni ma è stato sempre considerato la Cenerentola della rete. Snobbato in nome del «mordi e fuggi» più rapido e chiassoso. In quell'archivio, che possiamo sempre portarci appresso, ci sono un'infinità di contenuti. Interessanti. E, vivaddio, lenti. Ci sono racconti, narrati per il piacere di far ascoltare una storia con tanto di voci diversificate e sottofondi musicali. Ci sono i canali di informazioni, dove le notizie non sono più quelle sputate a raffica una via l'altra ma sono inchieste e approfondimenti di giornalismo investigativo e reportage sui principali fatti di cronaca. Ci sono corsi di inglese, film riadattati alla versione audio, cabaret in pillole, lezioni di cucina tenute dai grandi chef da ascoltare in macchina, in treno con l'auricolare.

Se per ora il Podcast rappresenta una nicchia, perlopiù confuso con la possibilità di scaricare online le puntate di alcune trasmissioni radio tradizionali, presto potrebbe diventare la nostra biblioteca portatile di svago e informazione «on demand». E tutto dice che siamo alla vigilia di una svolta. Negli stati Uniti è così da anni. I dati rilevati da Nielsen confermano che gli ascoltatori in Italia sono più che triplicati: nel 2015 erano 850mila, ora sono 2,7 milioni. In America già nel 2017 gli ascoltatori abituali erano 63milioni (il 40% della popolazione): una platea talmente folta che anche le star si sono messe a fare due conti. In tanti hanno deciso di creare contenuti esclusivi per Podcast e non più versioni adattate di altri interventi. Tra un paio di settimane verrà lanciato «The Ron Burgundy Podcast», la trasmissione in podcast di Will Ferrel, dove l'attore americano vestirà i panni di Ron Burgundy, il cinico giornalista del film «Anchorman». Anche le attrici Julia Roberts e Gwyneth Paltrow si sono rivolte al pubblico podcast. Per capire il potenziale del mezzo, basti fare due conti in tasca al New York Times che fa 700 milioni di ricavi solo con le inchieste in digitale e i contenuti in Podcast audio, investendo moltissimo sullo storytelling.

L'Italia non è del tutto digiuna sul tema. I podcast più seguiti sono quelli legati alle trasmissioni radio. Ma anche parecchi volti noti della televisione se ne sono accorti: da Carlo Cracco a Claudio Bisio, dallo psichiatra Paolo Crepet (che tiene lezioni su disagio adolescenziale e violenza di genere), alla criminologa Roberta Bruzzone (che racconta i principali casi di giudiziaria, dall'omicidio di Yara Gambirasio al delitto di Cogne).

«Il Podcast - spiega il filosofo esecutivo Raffaele Tovazzi che ha appena realizzato Il Buongiorno di Londra - va nella direzione opposta rispetto alla comunicazione di oggi. E stimola il pensiero. Essendo solo audio e non video lascia spazio all'immaginazione e allena la mente. Io lo uso per aforismi filosofici via audio di prima mattina, spunti di riflessione che spronano a migliorarsi ogni giorno: è il canale giusto per fare riflessioni che sui social non trovano spazio».

«Il podcast - commenta Matteo Caccia, voce radiofonica che ha lanciato la serie La Piena, dedicata al narcotraffico - lo scegli, lo vai a cercare, lo ascolti e se qualcosa ti distrae e devi interrompere vuoi riprendere la storia da dove l'hai lasciata.

Il podcast può permettersi di andare a fondo nelle cose perché è un racconto senza fretta, senza durata prestabilita, senza un palinsesto da seguire e il livello di attenzione di chi ascolta è molto alto».

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