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L'idea del governo: prima su le tasse, poi (forse) i tagli

Il viceministro all'Economia Morando: «Inevitabili misure con un maggiore impatto sul versante delle entrate»

L'idea del governo: prima su le tasse, poi (forse) i tagli

Roma - Sono le clausole di salvaguardia alla rovescia. Fino al 2016 il metodo del governo era tentare di tagliare la spese e poi, in caso di fallimento, alzare le tasse. Quest'anno avremo invece la certezza che aumenteranno le tasse, con la promessa che, se ce ne sarà l'occasione, dal prossimo anno verranno abbassate e sostituite con tagli della spesa. La novità è emersa ieri dalle parole del viceministro all'economia Enrico Morando e sembra tanto di una conseguenza della sfiducia dell'Unione Europea nei confronti dell'Italia. In un'intervista all'Adnkronos l'esponente Pd ha annunciato che le misure saranno varate nei prossimi mesi. Partiranno presto i confronti con i ministeri per impostare i tagli alla spesa. «Un intervento che non riguarda la correzione per il 2017 ma che dal 2018 permetterà di sostituire le misure che adotteremo per l'anno in corso e che inevitabilmente avranno un maggior impatto sul versante delle entrate».

Seguono rassicurazioni sull'intenzione di abbassare comunque la pressione fiscale, sull'esiguità della manovra tutta tasse che si prepara per il 2017. E sull'impatto delle misure. «Sia sul versante dei tagli alla spesa che su quello delle entrate individueremo interventi che non abbiano un impatto significativo sulla crescita».

Morando non entra nel merito delle misure fiscali. Ma fa capire - ed è la prima volta che un esponente del governo lo fa - che la stretta sull'Iva della grande distribuzione ci sarà. Il reverse charge e lo split payment, cioè l'anticipo del pagamento Iva a carico del compratore quando è un'azienda. È già in vigore in alcuni settori. Il governo vuole allargarlo ad altri, compresa la Gdo. «Cercheremo di capire perché l'Ue ha bocciato il loro utilizzo in alcuni settori e se sarà possibile ampliare tali meccanismi». La bocciatura Ue riguarda proprio l'applicazione del nuovo regime Iva a super, iper mercati, discount e centri acquisti e ora il governo vuole tornare all'attacco. Per farlo dovrà dimostrare che nella grande distribuzione si annida l'evasione. Pena, fare saltare una voce importante di copertura della manovra (750 milioni su 3,4 miliardi). Se ci riuscirà, il settore, come ha denunciato Federdistribuzione dalle pagine del Giornale, al settore sarà sottratta liquidità per 4 miliardi di euro.

Altra novità importante annunciata ieri da Morando è il ritorno del piano di privatizzazioni. Dopo lo stallo del 2016 determinato dalle non favorevoli condizioni di mercato, il governo punta nel 2017 a incassare circa 7 miliardi dalle privatizzazioni. Una inversione a U rispetto alle parole del ministro Padoan pronunciate pochi giorni fa. Dalle quote di Fs e Poste che andranno sul mercato «confidiamo che nell'anno in corso», di realizzare «un importo pari allo 0,4%-0,5% del Pil». Obiettivo reso possibile anche dalla stabilizzazione delle banche italiane. Su questo capitolo, ha sottolineato il ministro, «quello che potevamo fare lo abbiamo fatto».

A questo punto la bad bank europea «sarebbe la soluzione definitiva per farci uscire dal contingentamento del credito».

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