Economia

L'incertezza colpisce consumi e immobili

L'incertezza colpisce consumi e immobili

Con la nuova epoca di «lite continua» fra la lega di Salvini e i Cinque Stelle si è dischiuso il grande «vaso di Pandora» dell'incertezza, che prima era semi chiuso, perché c'era il contratto di governo. La Lega è il partito di maggioranza, avendo trionfato nelle Europee mentre i Cinque Stelle che hanno dimezzati i voti sono diventati quello di minoranza, ma hanno ancora i ministeri di quando erano maggioranza. L'incertezza è aumentata per famiglie con effetti negativi paradossali, perché scendono i consumi nonostante il deficit del 2,5 dovuto a spese correnti, che mettono soldi in tasca ai consumatori, aumentando il debito pubblico. Impaurite dall'incertezza sul futuro, le famiglie aumentano la quota del risparmio e riducono le spese correnti e per investimenti: un fenomeno previsto dalla teoria del risparmio del premio Nobel dell'economia Franco Modigliani. La Confesercenti che ha il polso della dinamica del piccolo commercio di vicinato, rileva che solo un esercizio su quattro prevede di non chiudere l'anno in negativo, in controtendenza rispetto all'altro commercio. E solo uno su cinque, fra le imprese di vicinato prevede per il 2019 utili, anziché perdite o pareggio, mentre per le altre imprese commerciali quelle che prevedono utili anziché pareggio o perdite sono il 34%. C'è - anche per le imprese di vicinato - una grande incertezza, perché percepiscono un rallentamento nella domanda dei consumatori. L'incertezza ha un percorso circolare, dalle famiglie che riducono le loro spese alle imprese di vicinato che rallentano i loro investimenti e prevedono riduzioni di addetti e ancora alle famiglie che vedono il rallentamento dell'economia e temono che la manovra di autunno porti a nuove tasse o a deficit eccessivi per cui l'Italia possa fare la fine della Grecia. Ed ecco il secondo paradosso creato dal vaso di Pandora dell'incertezza, che colpisce il mercato immobiliare, come risulta dalla rilevazione sui mutui e i prestiti alle famiglie e alle imprese effettuata dalla Centrale Rischi Finanziari, coll'analisi di oltre 85 milioni di posizioni. In luglio i mutui e i prestiti, su base mensile, diminuiscono. Nel confronto col luglio 2018 invece vi è una diminuzione solo per i mutui: che riguardano essenzialmente gli immobili, sia per uso abitativo che per le imprese. Esso, invece, non vi è per i prestiti: che riguardano i beni di investimento durevoli delle famiglie e imprese, che li acquistano a rate, approfittando del basso costo del denaro, che comporta rate (quasi)senza onere di interessi. Eppure, altro paradosso, il rischio di insolvenza è sceso a 1,7 per il complesso dei mutui e dei prestiti e allo 1,3% per i mutui immobiliari, arrivando al più basso livello dei tempi antecedenti alla crisi. Con banche e altri intermediari finanziari desiderosi di prestare a una amplissima platea di investitori, coi mutui a tasso bassissimo e gli immobili con prezzi di mercato bassi, sia le famiglie che le imprese esitano a investirvi. Temono la patrimoniale, temono che unificando Imu e Tasi ci sia un onere aggiuntivo. Invece, servirebbe l'estensione a tutti i tipi di immobili della cedolare secca, che adesso esiste solo per le abitazioni e i nuovi fitti dei negozi. Servirebbe l'esonero da imposta di registro, per il conferimento degli immobili personali alla propria impresa, per detrarre per intero i costi delle manutenzioni ordinarie e straordinarie e generare libertà di scelta.

Un programma neo liberale, al posto del vaso di Pandora dell'incertezza.

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