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L'inchiesta sfiora il governo Intercettati pure Renzi e Lotti

Secretate le conversazioni tra il premier e il generale delle Fiamme Gialle. Lotti tirato in ballo anche dall'ex sindaco di Ischia ora agli arresti. E D'Alema potrebbe essere ascoltato dai pm

L'inchiesta sfiora il governo Intercettati pure Renzi e Lotti

Roma - La «scossa» al Pd nel golfo di Napoli ha sollevato un'onda sinistra che ha mandato dietro le sbarre il sindaco dem di Ischia e una manciata di manager del colosso delle coop rosse Cpl Concordia. Oltre a far arrabbiare Massimo D'Alema, non indagato ma ampiamente e ripetutamente citato nell'ordinanza per gli acquisti dei suoi vini e dei suoi libri fatti dalla coop. Tanto che presto «Baffino» potrebbe essere sentito a Napoli come persona informata.

Ma lo tsunami partenopeo ha finito inevitabilmente per lambire anche il governo di Matteo Renzi. Nella rete di intercettazioni non omissate (molto è stato espunto per coprire le indagini ancora in corso) e finite nell'ordinanza del gip Amelia Primavera, infatti, viene pescato - solo de relato - anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, fedelissimo renziano fin da quando Matteo era sindaco a Firenze e Lotti suo capo di gabinetto. Nell'inchiesta sulla metanizzazione, lo tira in ballo proprio il sindaco finito in manette, Giosi Ferrandino, considerato vicino al renziano Lorenzo Guerini. Il sindaco al telefono con un'amica del fratello spiega di essere a Roma in vista delle europee (sarà primo dei non eletti del Pd) e che «deve parlare con Luca Lotti».

L'altro componente dell'esecutivo citato nelle intercettazioni è la senatrice Ncd Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo economico con Letta e poi con Renzi. Il capo relazioni istituzionali di Cpl, Franco Simone (arrestato lunedì), a novembre 2013 manda una mail al presidente della coop sulla legge di Stabilità approvata al Senato «in cui sono stati previsti - scrive il manager - su impegno del sottosegretario Simona Vicari e su nostra indicazione, 20 milioni di euro per anno per i prossimi 7 anni per il completamento delle opere di metanizzazione al sud». Simone aggiunge che «è impegno della Vicari togliere la parola “nei limiti” (relativa all'importo, ndr ) nella presentazione e approvazione alla camera dei deputati». L'uomo delle Pr della coop conclude: «La sottosegretario si è detta disponibile a farci visita in Cpl». Se il meeting ci sia stato o no, il provvedimento del gip non lo racconta. La Vicari, ieri, ha precisato che il ministero non aveva alcun ruolo nella fase degli appalti, rivendicando invece il merito dello stanziamento per il metano al Sud.

Ma se questo è quanto riporta l'ordinanza, altre intercettazioni agli atti dell'inchiesta riguarderebbero direttamente sia Lotti che il premier Renzi. Registrati, entrambi, mentre parlano al telefono con il generale delle fiamme gialle Michele Adinolfi, intercettato perché la procura di Napoli l'aveva indagato per corruzione proprio per l'inchiesta sulla metanizzazione di Ischia sfociata negli arresti di lunedì scorso.

La procura partenopea, all'epoca, sospettava che la Cpl Concordia si fosse rivolta ad Adinolfi (in alcune intercettazioni di parlava di un favore fatto da «un generale», che sarebbe peraltro stato retribuito per il disturbo) per far bonificare la propria sede dalle microspie, avendo gli indagati scoperto di essere intercettati dopo le iniziali perquisizioni e interrogatori. Così sotto ascolto è finito anche l'ex capo di Stato maggiore della Gdf, e di conseguenza le sue chiacchiere con Renzi (su un'utenza intestata alla fondazione BigBang, poi Open, come confermato ieri dal presidente della stessa, Alberto Bianchi) e Luca Lotti. Nel frattempo, però, Adinolfi si è presentato a Napoli in procura dai pm per chiarire la sua posizione. E la versione del finanziere dev'essere stata convincente a sufficienza, perché Henry John Woodcock, che coordina l'indagine insieme ai pm Celestina Carrano e Giuseppina Loreto, avrebbe già da un po' provveduto ad archiviare il generale, che così è uscito dall'inchiesta.

E le intercettazioni tra Adinolfi, il premier e il suo vice? Quelle chiacchierate al telefono, che i pm napoletani avevano da subito ritenuto di nessuna rilevanza per l'indagine ischitana, sono state trasmesse a Roma, dove riposano in cassaforte.

Che cosa ci sia dentro quei brogliacci, cosa si dicano Renzi, Lotti e il generale, e se le conversazioni contengano qualche elemento di possibile imbarazzo per l'esecutivo, lo sa solo il procuratore capo capitolino, Giuseppe Pignatone.

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