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L'incontro e l'intesa segreta: è il nuovo "patto Gentiloni"

Un mese fa il summit riservato tra Papa e premier: assist incrociati su Ong e cittadinanza. Alleanza utile alle urne

L'incontro e l'intesa segreta: è il nuovo "patto Gentiloni"

Ius soli subito contro la politica dei muri e della paura. L'affondo di Papa Francesco a favore dello ius soli traccia una linea di continuità con quanto detto - con molta prudenza - poche ore prima da Paolo Gentiloni al Meeting di Rimini con quel riferimento al «non aver paura di riconoscere i diritti e i doveri per chi nasce e studia in Italia».

Il messaggio è simile, ma se il premier utilizza colori sfumati, il Pontefice sceglie le tinte forti, spiega che al momento della nascita «va riconosciuta e certificata» la nazionalità e condanna «le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati». Inevitabile che il pensiero di molti vada alla correzione di rotta effettuata dalla Cei sui migranti. Una sorta di doppio binario con il via libera alla stretta del governo su Ong e scafisti, voluta da Marco Minniti, e la piena benedizione della legge sulla cittadinanza facile. Una sintonia che lascia immaginare una «concertazione» su questi temi, forse avvenuta in occasione di quell'incontro di un mese fa tra il premier Gentiloni e il Papa - raccontato dal Corriere della Sera - in casa dell'arcivescovo Angelo Becciu, numero due della Segreteria di Stato. Una sorta di nuovo «Patto Gentiloni» che certifica una consolidata sintonia tra le massime gerarchie vaticane e il laicissimo premier.

È chiaro che per il governo e il Pd incassare il sostegno del Pontefice a una legge che, sondaggi alla mano, è invisa alla maggioranza degli italiani è un ottimo colpo. Così come certo all'esecutivo non è dispiaciuta la posizione assunta da Papa Francesco nello scorso marzo quando riconobbe che l'impegno all'accoglienza va inteso come dovere di «accogliere tutti coloro che si possono accogliere», perché «non c'è posto per tutti». Una concessione al realismo che ha aperto la strada alla svolta sul codice sulle Ong (alla cui redazione ha contribuito in maniera decisiva il centrodestra).

Al di là delle parole ufficiali, tra applausi della sinistra e accuse di ingerenze dal fronte leghista, gli umori delle forze politiche e le letture che circolano nel Palazzo. «Gentiloni sa usare i media e dosare le parole tra accelerazioni e frenate», spiega un dirigente Pd. Detto questo, «bisogna considerare che dall'autunno il Parlamento avrà due priorità: sfornare una legge di bilancio accettabile e capire cosa fare della legge elettorale». Insomma le possibilità che il Pd voglia forzare la mano e affrontare il voto delle Camere sullo ius soli a poche settimane dalle elezioni restano ridotte. Circolano, poi, anche altre letture. C'è chi, come Fabio Torriero, direttore di Intelligonews, ricorda che Giovanni Paolo II nel libro «Memoria e identità», sosteneva che il patriottismo era come il quarto comandamento «onora il padre e la madre» e come non ci fosse contraddizione tra il patriottismo terrestre e patriottismo celeste.

Altra linea di pensiero, diffusa nel centrodestra, è quella che giudica questa sintonia come una sorta di trappola mediatica nella quale è consigliabile non cadere. «Papa Francesco di mestiere fa il Papa, noi siamo chiamati più modestamente a mediare tra la città di Dio e la ragioni mondane e contingenti. Non dobbiamo cadere in un trappolone che, attraverso la grande stampa, rischia di rianimare un Pd in evidenti difficoltà», dice un cattolico come Gianfranco Rotondi. Sotto traccia, però, c'è chi ricorda, con una nota di amarezza, una frase pronunciata dal Pontefice lo scorso anno: «Nella prima riunione che ho avuto con i vescovi nel maggio 2013 ho detto loro: col governo italiano arrangiatevi voi».

Linea ribadita sulle unioni civili, smentita sullo ius soli.

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