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L'incubo del ventennio grillino

L'incubo del ventennio grillino

Grillo parla dai palchi. Parla nelle piazze. Parla dal suo blog nuovo di zecca, dal quale, come una costola biblica, si è staccato il sito del Movimento 5 Stelle. E parla anche coi giornalisti. Cosa normale per un politico, ma bizzarra per lui che, fino a poche settimane fa, i giornalisti voleva mangiarseli tutti per poi vomitarli. Ma d'altronde era anche quello che aveva fatto un passo indietro e poi, come nel caso delle Olimpiadi di Torino, detta la linea alla faccia della democrazia diretta.

«L'Italia ora deve conquistare una visione lunga, a vent'anni» afferma il comico, in una sofferta intervista a La Repubblica. E subito viene il sospetto che per solidificare in realtà le liquide promesse del Movimento cinque stelle Grillo voglia mettere un'ipoteca su due decadi. Un Ventennio tecno(fascio)comunista. Sia chiaro, il punto di partenza di Grillo è giusto: il Paese ha bisogno di una prospettiva di ampio respiro, che vada oltre gli starnuti del quotidiano. Ma se il tema è giusto, lo svolgimento è sbagliato. Per due motivi.

Uno. Grillo dipinge il futuro coi vecchi arnesi dell'utopia marxista: da una parte il desiderio di cambiare «il modo di pensare» degli italiani (come non ci avesse mai provato nessuno...), dall'altra la volontà di permeare di grillismo tutti i gangli del Paese, dall'economia alla cultura. Il partito che voleva combattere i poteri forti vuole diventare (e in parte è già diventato) un potere forte. A tutti i costi. È la democristianizzazione dei Cinque stelle, aperti a tutti e a tutto pur di fare un governo.

Due. Se i progetti a lungo termine dei grillini sono quelli prefigurati nei video e nei libri di Gianroberto Casaleggio possiamo stare freschi: guerre mondiali che decimeranno la popolazione, realtà reale sostituita da quella virtuale, decrescita ma col sorriso stampata sulle labbra, macchine al potere e uomini a fare qualcosa di non ben identificato. Probabilmente ad aspettare il reddito di cittadinanza.

E forse è proprio per trovare le coperture a quest'ultimo che ci vorranno vent'anni.

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