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La linea di Forza Italia: Salvini non è un nemico e chi non ci sta è fuori

I dubbi degli azzurri sui nuovi contenitori Calabria, in settimana il nome del candidato

La linea di Forza Italia: Salvini non è un nemico e chi non ci sta è fuori

Le regole sono chiare: o dentro o fuori. Non si può galleggiare in contenitori paralleli in attesa di decidere se lasciare o meno Forza Italia, è tempo di decidere da che parte stare. Mariastella Gelmini ribadisce in una intervista a Libero la linea della dirigenza azzurra di fronte agli addii e alle tentazioni di fuga di molti parlamentari. «L'elettorato non ci capisce: è ora che chi ha dei dubbi se li chiarisca. O dentro o fuori. Il centrodestra deve affrontare otto competizioni regionali nei prossimi sei mesi. Con chi pensano di allearsi i dubbiosi, quelli che vogliono differenziarsi? Con Renzi? Con Calenda? Con chi sostiene questo governo?».

Nel mirino c'è soprattutto l'iniziativa di Mara Carfagna, pronta a costituire una associazione dentro Forza Italia, diventando così un polo di aggregazione interno. Una mossa a cui lo stesso Silvio Berlusconi guarda con perplessità, giudicandola foriera di confusione. «Non capisco questa Nazionale Primavera con chi dovrebbe andare dice Anna Maria Bernini su SkyTg24. «Al netto di Paolo Romani che ha scelto Cambiamo non so chi potrebbe unirsi a una compagine filo-salviniana tra coloro che hanno una sensibilità diversa, magati più centrista. Non ho capito chi dovrebbe stare in questo contenitore che dice bianco ma anche nero, che dice yin ma anche yang che dice Salvini ma anche governo. Mi auguro che non si componga perché avrebbe una ragione sociale un po' complessa da spiegare agli elettori».

È chiaro che questa settimana dovranno essere sciolti alcuni nodi importanti. Entro venerdì si punta a chiudere definitivamente il pacchetto Regionali e a definire il candidato per la Calabria. È in corso un tentativo di recuperare i fratelli Occhiuto, sul piede di guerra dopo che è stato lanciato il nome di Jole Santelli per la guida della Regione. A gennaio, inoltre, Berlusconi vorrebbe procedere al ricambio dei coordinatori regionali coinvolgendo soprattutto gli amministratori locali.

Fa discutere anche la proposta di Salvini di un tavolo tra governo e opposizione sulle grandi crisi che attanagliano il Paese. «È un'idea molto berlusconiana» dice la Bernini, «un atto di responsabilità in un momento in cui il Paese sta attraversando una fase delicatissima. Forza Italia rilancia l'idea di un tavolo comune per dare vere e serie soluzioni nell'interesse del paese. Ma il tavolo comune non può diventare una stampella impropria a una maggioranza che in tre mesi ha sbagliato tutto». Giorgio Mulè trae da questa proposta una lezione che riporta all'assenza di una figura in grado di esprimere una vera leadership in questo frangente storico. «Oggi Matteo Salvini propone, di fatto, la nascita di un governo di salute nazionale. Una proposta che è un salutare e non rinviabile bagno nella realtà, la disperata ricerca di una via d'uscita dal pantano dove annaspa il Paese. L'esperienza, la credibilità e l'autorevolezza internazionale di Berlusconi possono e devono essere un faro in questo pantano.

E Fi, quella unita e non tentata dalle sirene dell'opportunismo, deve stare al fianco del suo presidente e deve tornare a giocare un ruolo da decisore per evitare disastri».

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