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L'islam deve cambiare Ci vuole un Lutero arabo

Ayaan Hirsi Ali propone la Riforma della religione musulmana. E smaschera chi nega che il Corano sia alla base del terrorismo

L'islam deve cambiare Ci vuole un Lutero arabo

L'islam deve essere riformato. È necessario un «Lutero musulmano» capace di portare nella modernità una religione rimasta nel passato remoto. L'Occidente deve invece abbandonare la retorica del multi-culturalismo e affrontare il terrorismo per quello che è: un problema che affonda le radici nel Corano. Queste sono le idee alla base di Eretica , il nuovo libro di Ayaan Hirsi Ali, già autrice di altri volumi sul tema (come Infedele e Nomade , entrambi editi da Rizzoli) e nota per aver sceneggiato Submission, film sulla condizione delle donne arabe che costò la vita al regista Theo Van Gogh, assassinato ad Amsterdam da un fondamentalista.

Ripercorriamo le pagine di Eretica (Rizzoli, in uscita a metà aprile). Innanzi tutto, Ayaan Hirsi Ali spiega quanto siano dannosi i tentativi di separare il terrorismo dal contesto religioso in cui nasce. L'islam non è una religione di pace. Questo non significa che la fede islamica renda automaticamente violenti. Milioni di musulmani pacifici dimostrano il contrario. Significa piuttosto che l'esortazione alla violenza e la sua giustificazione possono essere rintracciate nel Corano. Negare o limitare questa dimensione del terrorismo ha conseguenze nefaste: nasconde il problema impedendoci di attrezzarci; evita alle comunità islamiche di esprimersi nettamente contro gli attentati; delegittima i musulmani riformisti: perché mai si dovrebbe riformare una «religione di pace»? Gli intellettuali occidentali sono convinti di conoscere le motivazioni degli assassini meglio degli assassini stessi. Gli aspiranti martiri in realtà sarebbero figli delle privazioni socio-economiche e dell'alienazione post-moderna. Tutta roba prodotta dal colonialismo predatore dell'Occidente. Saremmo dunque noi, indirettamente, ad armare la mano dei fanatici. L'esito del ragionamento è paradossale. Proprio i sostenitori del multi-culturalismo interpretano ogni azione come pura reazione alle politiche occidentali. Di fatto, non sembrano contemplare la possibilità che il resto del mondo abbia sviluppato una cultura con valori e manifestazioni indipendenti dalla nostra. A margine, Ayaan Hirsi Ali aggiunge che molti non musulmani vivono in condizioni di privazione o alienazione senza impugnare il mitra.

In Eretica , troviamo tre tipi diversi di musulmano. C'è il «Musulmano di Medina», il fondamentalista che si rifà al messaggio del Maometto guerriero. Crede in un islam aderente alla versione originale del settimo secolo. Vuole un regime fondato sulla sharia. Ritiene obbligatorio imporre la propria fede attraverso la Guerra santa. I «Musulmani di Medina» sono una minoranza, ma sufficientemente ampia da incendiare l'intero Medio Oriente e mettere in discussione le nostre libertà. C'è poi il «Musulmano della Mecca»: tradizionalista ma contrario all'uso della violenza. Vive una tensione irrisolta tra modernità - l'insieme di innovazioni politiche, culturali e tecnologiche diffuso dalla globalizzazione - e la propria religione. Tale tensione, nei Paesi a maggioranza musulmana, non produce gravi sconquassi. Ma i musulmani immigrati in Occidente avvertono la contraddizione con maggiore intensità. Molti, specie in passato, hanno scelto di auto-recludersi in quartieri ghetto, vere e proprie città nelle città. Oggi, i più giovani vedono davanti a sé due opzioni: abbandonare l'islam o abbracciarlo senza compromessi, andando a ingrossare il numero dei «Musulmani di Medina». Infine ci sono i «Musulmani dissidenti», quelli che chiedono la riforma dell'islam. Sono nomi sconosciuti se non agli esperti, spesso intellettuali perseguitati e costretti al silenzio o alla fuga. Nell'appendice di Eretica , il lettore troverà le loro storie, spesso tragiche, e soprattutto le loro idee.

In sintesi i cinque pilastri della proposta di riforma sono i seguenti: garantire che il Corano sia aperto all'interpretazione e alla critica, valorizzare la vita terrena rispetto all'esistenza ultraterrena, impedire che la sharia invada il regno del potere temporale, porre fine alla pratica di «ordinare il bene e proibire il male», abbandonare la Guerra santa. Ogni pilastro è accompagnato da una analisi storica. A esempio, le diverse tesi filologiche sulla reale cristallizzazione del Corano così come lo conosciamo oggi smontano la pretesa che sia parola divina, senza interpolazioni umane.

Questo programma è realistico? Nel lunghissimo periodo, Ayaan Hirsi Ali pensa che la risposta sia positiva. In Medio Oriente qualcosa si muove in meglio, nonostante possa sembrare l'esatto contrario. I nuovi media si impongono come strumento di emancipazione e confronto con l'universo non islamico; gli islamisti, giunti al potere, si dimostrano incapaci e straordinariamente crudeli; i riformisti, pur vivendo nel pericolo, in qualche Paese, come l'Egitto, sembrano per la prima volta trovare una parziale sponda politica.

Forse è poco ma la storia si scrive giorno per giorno.

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