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L'Italia ricopre d'oro gli immigrati per costruirsi una nuova vita

Il piano del governo per finanziare i sogni degli immigrati. Dai 400 euro per le spese di prima necessità ai 1.600 euro per l'attuazione dei piani di reintegrazione

L'Italia ricopre d'oro gli immigrati per costruirsi una nuova vita

Sei italiano e vuoi ricominciare da zero una nuova vita? Lo Stato non intende darti una mano. Fuguriamoci un primo sostentamento economico. Per gli immigrati, invece, è pronto a stendere ponti d'oro. Non solo li sostiene nell'impresa di crearsi una nuova vita. Ma offre loro addirittura un pacchetto da diverse migliaia di euro.

Il premier Matteo Renzi e il ministro degli Interni Angelino Alfano hanno rilanciato, per la terza volta, il progetto per incentivare i ritorni volontari in patria di cittadini provenienti da Colombia, Ecuador, Perù, Ghana, Marocco, Nigeria e Senegal attraverso un percorso, che coinvolgerà anche i rispettivi consolati, di reinserimento socio-economico nel proprio Paese di origine che prevederà, oltre al pagamento delle spese di viaggio (ovviamente in prima classe), anche un primo contributo di 400 euro per le spese di prima necessità e un secondo contributo per l'attuazione dei piani di reintegrazione di 1.600 euro per singoli o capofamiglia, integrato di altri 800 euro per ogni persona maggiorenne a carico e di altri 480 euro per i minorenni a carico.

A denunciare questa ennesima assurdità è la Lega Nord, per bocca del segretario lombardo, il deputato leghista Paolo Grimoldi. Che sbotta: "È una follia. Queste persone si possono rimpatriare gratis, senza dargli un centesimo. Mettiamole sugli aerei e rispediamole a casa loro". Basta fare un paio di calcoli per capire che il sistema non regge: per gli immigrati con una famiglia numerosa al seguito il contributo offerto dal Viminale, pagato con i soldi dei contribuenti italiani, potrebbe arrivare anche oltre i 3.000 euro.

"Questi soldi – aggiunge Grimoldi - si potrebbero usare per aiutare i nostri anziani in difficoltà, chi è in difficoltà abitativa, chi è disoccupato o chi ha in casa una persona malata o grave disabilità e non trova aiuti dallo Stato o dagli enti locali".

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