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Il Po è sorvegliato speciale. Paura (anche) in Piemonte

Per gli ingegneri idraulici è una sfida avvincente, per i romagnoli è una corsa contro il tempo per salvare le campagne e i paesi attorno a Ravenna

Il Po è sorvegliato speciale. Paura (anche) in Piemonte

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Per gli ingegneri idraulici è una sfida avvincente, per i romagnoli è una corsa contro il tempo per salvare le campagne e i paesi attorno a Ravenna: ci sono ancora poche ore per invertire il flusso del canale Cer, il canale artificiale più lungo d'Italia. L'obbiettivo è rispedire 3 milioni di metri cubi d'acqua nel Po perchè vengano scaricati in mare. Ma il tempo stringe e a breve lo stesso Po potrebbe rappresentare un pericolo ed esondare: in 24 ore è salito di un metro e mezzo e l'acqua è già fuoriuscita in alcuni tratti.

Con l'ondata di maltempo che dall'Emilia Romagna si è spostata sul Piemonte, la piena del fiume è a livelli di poco superiori alla soglia 2 (criticità moderata- colore arancione). I colmi di piena sono stati annunciati dalla Aipo (agenzia interregionale per il fiume Po) nella notte, sempre con livelli di criticità moderata, agli idrometri di Carignano e Torino Murazzi. Ma passata questa fase il pericolo di esondazione dovrebbe essere scongiurato.

Nella pianura, al confine tra le province di Cuneo e Torino, la piena del Po ha causato allagamenti delle aree golenali, dove in teoria non ci dovrebbero essere abitazioni. Non sono previste, stando all'attuale situazione, esondazioni che riguardino luoghi abitati, precisa la Protezione civile regionale del Piemonte, ma da tempo non si arrivava a livelli di allerta come questi. A Torino ieri ci si è preparati al peggio: i Murazzi sono stati chiusi, così come i passaggi pedonali e le piste ciclabili in prossimità delle sponde.

Ma il maltempo spaventa mezza Italia. «Se in Piemonte - sottolinea la Coldiretti - è allarme per il passaggio la piena del Po, la situazione del più grande fiume italiano è rappresentativa delle difficoltà in cui si trovano numerosi corsi d'acqua in Piemonte con rischio esondazioni con possibilità di frane, caduta alberi e allagamenti. Sono gli effetti delle intense precipitazioni che hanno colpito, insieme alla Romagna, importanti aree agricole del Paese con l'allerta meteo che si estende dal Piemonte al Lazio, dalla Sicilia alla Calabria mentre resta rossa in Romagna». Nel Mugello in Toscana sono caditi 150 mm d'acqua in poche ore innescando decine di slavine di fango e distruggendo pezzi di terreni coltivati, colline, pascoli, boschi e castagneti da frutto.

L'allerta acqua riguarda ancora Sicilia, Sardegna e Calabria, una delle regioni che, secondo il monitoraggio dei tecnici dell'istituto Ispra, ha la rete idrica con il più alto rischio alluvioni in caso di piogge abbondanti. L'arcipelago delle Eolie è rimasto isolato, con il mare in tempesta, sospinto da raffiche di vento fino a oltre 20 nodi. Investite con violenza le strutture portuali esposte allo scirocco. A Lipari la situazione più difficile si è avuta nel porto commerciale di Sottomonastero, completamente allagato, così come l'area sottostante. Il mare ha invaso anche la parte terminale della frazione di Canneto, trasportando sabbia e pietre.

Insomma, il maltempo e il livello dei fiumi mettono in allerta tutto il Paese, ben consapevole dei rischi che corre e delle infrastrutture che mancano. Eppure ci sarebbe un sistema per contenere le acque dei fiumi ed evitarne la tracimazione, oltre al sistema invasi: si tratta della «cassa di espansione», ovvero un'opera idraulica concepita e realizzata per ridurre la portata dell'acqua durante la piena di un fiume, tecnicamente «tramite lo stoccaggio temporaneo di parte del volume dell'onda di piena». Una sorta di «parcheggio» per il flusso dell'acqua per favorirne poi il deflusso controllato. La cassa di espansione è, di fatto, un bacino artificiale e, insieme, un'opera di scarico per alleggerire la piena.

E potrebbe salvare persone, case e campi.

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