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"L'Italia è il terzo Paese più sicuro d'Europa". Ma aumentano furti, stupri e femminicidi

Secondo il Viminale, su 32 Stati presi in esame, solo Svizzera e Norvegia sono messi meglio di noi. Il boom della criminalità giovanile post Covid

"L'Italia è il terzo Paese più sicuro d'Europa". Ma aumentano furti, stupri e femminicidi

Roma. Più violenze sessuali, furti e rapine. E un boom di reati commessi da minori. L'anno che sta per finire, nonostante le rassicurazioni delle forze dell'ordine, non mostra dati confortanti, tanto da avere la percezione che il nostro Paese sia tra i più sicuri d'Europa. L'Italia, secondo il report annuale presentato al Viminale dalla Direzione centrale della Polizia anti-crimine, è al terzo posto, dopo Svizzera e Norvegia, ma solo per quanto riguarda gli omicidi volontari. Che, però, sono in aumento, del 3%, rispetto all'anno precedente. Aumentano anche i femminicidi. Il report dell'anticrimine sottolinea che l'Italia rimane sempre la nazione più sicura. Su 32 Paesi presi in esame, sul suolo italiano il tasso degli omicidi su 100mila abitanti è dello 0,6 per cento. In Germania, invece, è dello 0,9 per cento, nel Regno Unito dell'1,2 per cento, in Francia dell'1,4 per cento.

Insomma, una (amara) consolazione. Soprattutto considerando che l'assassinio di donne nel 2022 sale del 3 per cento rispetto al 2021. In particolare, quest'anno sono stati commessi 309 omicidi, 122 vittime sono donne di cui 100 uccise in ambito familiare o affettivo. E di queste 59 hanno trovato la morte per mano del marito, ex marito, fidanzato o ex compagno. Una diminuzione si rileva, però, per i delitti commessi in ambito familiare affettivo, che da 146 scendono a 137,6% in meno. Rispetto allo stesso periodo del 2021 è in flessione sia il numero di omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 77 scendono a 65 (16% in meno), sia le relative vittime donne, che passano da 69 a 59 (14% in meno). Stringendo il campo della ricerca sulle principali città italiane rispetto a quelle europee, a fronte dei 26 omicidi avvenuti a Roma, su una popolazione di oltre quattro milioni di abitanti, e dei 19 omicidi commessi a Milano, su oltre tre milioni di abitanti, Bruxelles registra ben 179 omicidi su una popolazione di un milione e 200mila abitanti, Parigi 100 su oltre due milioni di abitanti. I reati «predatori», i furti, aumentano notevolmente, del 20 per cento, dal 2021, le rapine del 18,2 per cento (il 20% di queste sono commesse in strada). Dato che farebbe riflettere sulla carenza, cronica, di uomini e mezzi da mettere in campo. E se, da un lato, nei primi 10 mesi dell'anno aumentano anche i reati sessuali, del 15,7 per cento, diminuiscono del 10,3 per cento gli atti persecutori o stalking. Calano del 3,9 per cento anche i maltrattamenti in famiglia. A preoccupare è l'incremento del 14,3 per cento dei minori denunciati e arrestati, con punte che riguardano alcuni tipi di reati. Attentati +53,8%, omicidi volontari +35,3% (23 nel 2022), tentati omicidi +65,1 %, lesioni +33,8%, percosse +50 %, rapine +75,3%, fino ad arrivare al +91,2% se si considerano solo quelle in strada. Un fenomeno su cui «C'è grande attenzione - spiega il capo della polizia Lamberto Giannini - e pronta reazione. Questo comporta un impegno e una presenza costante sul territorio ma anche un sistema, perché è importante che ci sia un grande impegno dalla scuola, dalla società, dal creare una serie di strutture che possano offrire dei momenti e dei punti di aggregazione ai ragazzi». Secondo il vicecapo della polizia, Vittorio Rizzi, l'incremento riguarda soprattutto «La violenza in strada, per cui si tratta di un tipo di violenza disorganizzata». Le truffe, invece, avvengono soprattutto in rete. Due vittime su tre, difatti, sono state «agganciate» dai cyber criminali on line. Infine, la lotta ai delinquenti in fuga. Grazie allo Scip, il Servizio di cooperazione internazionale di polizia, nei primi 11 mesi del 2022 sono stati catturati 1369 latitanti in 64 Paesi, 26 in più del 2021. Di questi, 654 erano ricercati dalle autorità giudiziarie italiane in 40 Paesi. In ambito europeo, il 22% è stato arrestato in Romania, il 18% in Spagna, il 14% in Germania, il 12 % in Francia e negli altri Paesi.

I latitanti passivi, ricercati da 64 Paesi (soprattutto da Romania, Germania e Francia) e catturati in Italia sono stati 715.

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