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L'Italia va sempre più a fondo Ma poi si salva con il «vizio»

L'Istat: «Economia debole» ed entrate boom dai Giochi E gli Usa lanciano l'allarme sul nostro debito pubblico

L'Italia va sempre più a fondo Ma poi si salva con il «vizio»

C'è un'Italia che arranca, quella dell'economia, delle famiglie e delle imprese. Ma c'è n'è anche una che procede a gonfie vele e inanella una serie di record: è l'Italia delle entrate fiscali, in particolare sui giochi.

La panoramica poco lusinghiera di un Paese frenato, che ha più fiducia nelle lotterie che nell'economia e preferisce scommettere (letteralmente) che produrre, è emersa da due fonti diverse.

Prima l'Istat con la nota mensile sullo stato dell'economia. Quindi non cifre, ma una sintesi basata sulle statistiche ufficiali e su altri segnali che arrivano all'Istituto. «L'economia italiana appare caratterizzata dal proseguimento della fase di debolezza dei ritmi produttivi, associata però a miglioramenti sul mercato del lavoro e del potere d'acquisto delle famiglie». Fiducia a pezzi. A giugno l'indice «è tornato a diminuire dopo l'interruzione del mese precedente. Il peggioramento ha interessato tutte le componenti con il clima economico e quello futuro che hanno registrato le flessioni più marcate. Anche le aspettative sulla disoccupazione sono peggiorate». Male le imprese, in flessione l'indice sulla fiducia del manifatturiera, ma anche del commercio.

Di tono opposto la comunicazione ufficiale del ministero dell'Economia sul fisco. Nel periodo gennaio-maggio 2019, le entrate tributarie erariali ammontano a 165,031 miliardi di euro, segnando un incremento di 2,089 miliardi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+1,3%).

Non è (come a volte capita) il segno di una ritrovata vitalità dell'economia. Merito delle imposte indirette. Quindi principalmente l'Iva. Nei primi cinque mesi dell'anno il gettito dell'imposta che il prossimo anno rischia di aumentare, è cresciuto del 4% (+1,916 miliardi di euro). Boom delle entrate derivanti dai canoni e abbonamenti radio e tv pari a 179 milioni di euro (+101,7%), recuperando cosi la perdita di gettito del mese di aprile.

Ma la spiegazione è nelle nuove modalità di prelievo, nel caso del canone, della fatturazione elettronica nel caso dell'Iva.

Funziona il gioco. Nei primi cinque mesi dell'anno, le entrate del settore ammontano a 6.544 milioni di euro (+6,3%). Non un buon segno, forse nemmeno per le entrate fiscali, visto che nel settore sta montando la protesta.

L'amministratore delegato di Lottomatica, Fabio Cairoli, ieri ha attaccato il decreto dignità che ha vietato la pubblicità e aumentato l'imposizione fiscale sul settore. Risultato: «Il rischio di non permettere all'offerta legale di distinguersi in modo netto da quella illegale, oggi diffusa soprattutto sulla rete». Chiaro il messaggio: gli italiani rischiano di finire in pasto al gioco illegale, favorito dal proibizionismo.

L'aumento delle entrate fiscali conferma il trend che ha evitato al governo la procedura di infrazione per debito eccessivo. I numeri difesi dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, si basano soprattutto su un gettito delle entrate fiscali maggiore del previsto.

Ma il capitolo Italia non è per niente chiuso. Giovedì la Commissione europea ha avvertito l'Italia che i conti del 2019 e soprattutto quelli del 2020 sono sotto osservazione. L'Italia deve ancora superare l'esame delle agenzie di rating.

Un clima poco favorevole, come ha confermato ieri il Monetary Policy Report della Fed. «I rischi per la stabilità finanziaria provenienti dall'estero sono moderati ma diversi rischi di breve termine potrebbero generare ricadute significative per gli Usa», ha scritto il rapporto della Federal Reserve. Per quanto riguarda l'Europa «i due principali rischi sono rappresentati da un no deal sulla Brexit che resta un risultato possibile alla fine dell'anno e la situazione dei conti pubblici italiani».

I mercati in realtà non stanno registrando grandi tensioni. Ieri lo spread tra Btp e Bund è tornato a crescere chiudendo la giornata a 211 punti con il rendimento del decennale italiano all'1,74%.

Un livello ancora basso perché i mercati sono convinti che nel confronto tra Italia e Commissione europea abbia vinto Bruxelles. Ci sono le premesse perché vinca anche nel 2020. Ma prima il governo dovrà trovare «29 miliardi» per aggiustare i conti del prossimo anno, ha sottolineato Renato Brunetta di Forza Italia.

Una cura che non farà bene all'economia e alla fiducia delle famiglie e delle imprese italiane.

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