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Ncd in crisi di consenso vira a sinistra

Per evitare la parabola discendente del predecessore Fini, Alfano è sempre più legato al Pd. Ora anche a livello locale

Ncd in crisi di consenso vira a sinistra

Partire a destra, avvicinarsi al centro sinistra e cadere nel dimenticatoio. Sembra questa la parabola discendente che colpisce i transfughi di Forza Italia. Dopo la sfortunata avventura in solitaria di Gianfranco Fini e del Fli ora tocca al Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. La trafila sembra la stessa: dopo la secessione si parte con una buona base di parlamentari e qualche amministratore locale piazzato strategicamente. Una base che tende a erodersi costantemente. Dopo le ultime elezioni europee l'Ncd non ha più registrato adesioni e i sondaggi lo trovano sempre meno accattivante per l'elettorato.

Solo la presenza con alcuni ministri nel governo Renzi salva il partito di Alfano dall'inevtabile oblio. Come il predecessore Fini, che, partito da Msi, ha fatto naufragare la sua carriera politica nel centro di Scelta Civica guidato da Monti anche gli alfaniani sembrano rivolti allo stesso destino. In Liguria, dove nel 2015 si svolgeranno le elezioni regionali, si stanno facendo le prove generali della virata a sinistra. A guidarle Alessio Saso, capogruppo Ncd in consiglio regionale che alle scorse elezioni ha portato al suo partito 6300 preferenze nominali. Nonostante la militanza giovanile in An, Saso si è avvicinato alla giunta ligure targata Pd, guidata dal bersaniano Claudio Burlando.

Un avvicinamento sbandierato con serenità. Il centro destra in Liguria è in piena crisi di consensi, travolto dalle recenti inchieste contro il suo uomo forte Claudio Scajola. Come afferma lo stesso Saso "A noi di Ncd conviene stare in una coalizione vincente, che ci dia prospettive amministrative: un piccolo partito non può commettere errori di posizionamento. Il mio forzare verso il centrosinistra in questi mesi era proprio dovuto al fatto che ritengo difficile ritrovare un equilibrio con le altre forze del centrodestra. C'è un abisso nella qualità politica dei due schieramenti: il centrodestra non ha nè uomini, nè progetti, nè leadership".

Ma soprattutto il Pd ha qualche poltrona in consiglio regionale da spartire con i probabili alleati alfaniani.

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