Cronache

"L'omeopatia è una medicina, non è stregoneria"

Dopo il caso del bimbo morto per un'otite: «Un errore singolo non demonizzi la disciplina»

"L'omeopatia è una medicina, non è stregoneria"

Notizie come quella dei genitori di un bimbo morto di otite condannati per omicidio colposo dopo aver curato il figlio con l'omeopatia non vorrebbe mai leggerle. Perché, a suo dire, discreditano ingiustamente un'intera disciplina. Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, l'associazione che riunisce i produttori italiani di farmaci omeopatici, se la prende con chi, puntualmente, getta discredito su una pratica che continua ad essere considerata una medicina alternativa e invece non lo è. «L'omeopatia non è una medicina alternativa ma complementare, è uno dei tanti strumenti a disposizione del medico», mette subito in chiaro Gorga.

I giudici hanno stabilito che i genitori del piccolo Federico deceduto nel 2017 sono corresponsabili della morte del figlio. Il peggiore degli incubi per un papà e una mamma. La loro colpa è quella di aver di fatto avallato il tipo di terapia consigliata dal medico: solo presidi omeopatici per trattare un'otite batterica bilaterale. Il processo al professionista, già rinviato a giudizio, deve ancora cominciare. Quello all'omeopatia invece è in pieno svolgimento. E il presidente di Omeoimprese parte lancia in resta per difendere una medicina che in alcuni Paesi è in parte a carico del sistema sanitario nazionale: «Basta con queste strumentalizzazioni per colpire la medicina omeopatica. Non è stregoneria, ma una medicina a tutti gli effetti, normata dalle leggi dello Stato e usata da 10 milioni di italiani. Poi si può decidere di usarla oppure no. Ci sono delle leggi che ne regolano la produzione e l'utilizzo da parte dei medici. Non è che per l'errore di un singolo si può demonizzare l'intera disciplina medica. Anche un farmaco allopatico, se usato in maniera non corretta, può avere effetti collaterali gravi, ma non per questo quando avviene non ci si fida più dei medici o non si prendono più le medicine».

Gorga ritiene che questa vicenda del bimbo sia stata strumentalizza per screditare un comparto industriale e una branca della medicina che dà fastidio ad una parte della comunità scientifica. Non si capacita di come sia possibile, per l'errore di un singolo, demonizzare un'intera disciplina regolamentata dalla legge e avverte che si costituirà parte civile contro chiunque screditi il comparto. «Le società scientifiche che fanno formazione - spiega - sono accreditate dal ministero della Sanità e i farmaci omeopatici sono registrati all'agenzia del farmaco. E poiché sono classificati anche dalla normativa comunitaria come farmaci, la vendita e la commercializzazione deve seguire anche normative europee. Le autorizzazioni devono essere rilasciate dall'agenzia del farmaco». Il riconoscimento è stato sancito da una direttiva europea del 2001 recepita in Italia nel 2006.

Poi c'è stata una lunga fase di contrattazione per stabilire le linee guida e entro il 2017 le aziende hanno dovuto richiedere l'autorizzazione all'agenzia del farmaco, presentando una corposa documentazione e un dossier di registrazione, come si fa per i prodotti allopatici.

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